Oltre all’amore per la musica che lo ha reso famoso, Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, coltiva da sempre altre due grandi passioni: i viaggi e la bicicletta. Unitele tutte e tre e otterrete Aracataca, sottotitolo Non voglio cambiare pianeta, seconda serie, in 22 tappe di 17 minuti l’una, del viaggio on the road, in onda su RaiPlay, compiuto dal cantautore in Sudamerica. 

«Abbiamo macinato 3500 km dall’Ecuador alla Colombia, all’Amazzonia – racconta Lorenzo – ed è stata un’esperienza potente». Ma perché Aracataca? «Perché è la cittadina colombiana dov’è nato Gabriel Garcia Marquez, uno dei miei scrittori preferiti, autore del capolavoro Cent’anni di solitudine, che per me è una Bibbia». Impressioni di viaggio? «Tante, varie, pazzesche, faticose e suggestive, in Paesi dove praticamente nessuno mi ha riconosciuto». 

Del resto il cantante, che ha viaggiato come un comune cicloturista con spirito di sacrificio e avventura, riconoscibile non lo sarebbe stato di certo. «Avevo solo il mio telefonino e una camera installata sulla bici». Ma almeno la bici era di alto livello? «Più che altro è stata fatta per l’occasione, non è in commercio, una sorta di ibrido fra una bici da ciclabile e una mountain bike, ma solo per evitarmi i dolori alla schiena che mi ha lasciato la precedente serie. Che su Raiplay fece il pieno di ascolti, con oltre cinque milioni di contatti, quasi un record per le piattaforme streaming. A giudicare dalla risposta del passato, l’interesse dovrebbe essere confermato, cosa che mi fa particolarmente piacere trattandosi di Raiplay, di cui sono un utente fedele e assiduo, specie per il tesoro delle Teche Rai». 

Tra una pedalata e l’altra Lorenzo canta e assorbe le musicalità dei Paesi visitati, ma ci sarà un disco dopo tutto questo? «Per ora non è in cantiere, la musica che ascoltate è legata alla serie e basta. Di sicuro sono sempre stato appassionato di sonorità sudamericane e dopo questo viaggio lo sarò ancora di più».