Bello, bravo, gentile e con un debole per il soprannaturale. Un identikit che sembra calzare a pennello all’attore Lino Guanciale. Prediletto dalle giovanissime grazie alla serie di Raiuno L’allieva, e da chi crede nell’aldilà, grazie a quella di Raidue, La porta rossa (dove interpreta un commissario passato a miglior vita), Lino torna a vestire i panni del poliziotto nella seconda stagione de Il Commissario Ricciardi, che con la Porta rossa ha parecchio in comune. Sì, perché nella fiction tratta dai romanzi di Maurizio De Giovanni, Guanciale/Ricciardi cerca di restituire la pace agli spiriti delle persone assassinate che ha la facoltà di percepire. «Molti mi chiedono se ho fatto l’abbonamento a questo tipo di ruolo – racconta sorridendo – ma vi assicuro che la cosa è puramente casuale. Sono pronto a interpretare i personaggi più svariati». Già, ma per ora, è nei panni di un detective “sensitivo” che lo vediamo. «Ricciardi è questo, ma anche molto di più  spiega Lino – è sensibile, coraggioso nello sfidare l’ottusità del regime fascista (il personaggio si muove nell’Italia degli anni Trenta, ndr), inoltre in questa seconda serie si apre all’amore». Troverà finalmente la donna giusta? «Forse, di sicuro sarà oggetto del desiderio di più di una figura femminile». Qualche punto in comune con lui? «Probabilmente la testardaggine, che nel lavoro va bene e nella vita privata un po’ meno, e un certo amore per la discrezione».

In onda in prima serata su Raiuno da lunedì 6 marzo, Il Commissario Ricciardi 2 ci terrà compagnia per quattro settimane. Al fianco di Guanciale, spiccano nel cast Antonio Milo (Raffaele Maione), Enrico Ianniello (Bruno Modo), Serena Iansiti (Livia Lucani) e la new entry Fiorenza D’Antonio (Bianca Palmieri, nella foto sopra con Guanciale). Declinata sui toni del poliziesco, del noir e del melò, la fiction promette di catturare l’attenzione dei telespettatori, grazie all’ambientazione retrò, dove prevale la bellissima fotografia di una Napoli struggente e piena di sorprese.