Idea veramente “troisiana” quella di aver affidato la narrazione di un delizioso inedito backstage della vita di Massimo Troisi a una sua controfigura, che è anche un suo fan praticamente sin dalla nascita, essendo anche lui di San Giorgio a Cremano. È proprio il linguaggio di Troisi che accompagna i racconti della sua infanzia e che chiariscono da dove viene fuori quel suo particolarissimo spirito.

Ho avuto il piacere di conoscerlo e di essere suo amico, incrociandolo più volte anche nel lavoro. Ma non dimenticherò mai il primo incontro, che avvenne in uno dei tornelli ai pass di Viale Mazzini, dove, mentre facevo la fila, alle mie spalle sento voci partenopee e simpatiche, che dicono: “Ué, guaglio’ facciamo la fila dove la fa nientemeno che Renato Marengo”. Mi volto per vedere chi mi stesse prendendo in giro e scopro lui, Massimo, con gli atri due, Lello Arena ed Enzo Decaro. Risate, e lui prosegue con la sua ironia unica: “Guaglio’, ma allora siamo ‘o vero importanti!”. Era il suo modo di prendere in giro in maniera simpatica e accattivante ed effettivamente da quel giorno scattò un’amicizia e una simpatia reciproche, che è durata fino all fine, In questo film c’è questo spirito che non va spiegato va visto.

Il docufilm Il mio amico Massimo, dedicato all’indimenticato attore e regista Massimo Troisi, arriva nelle sale il 15 dicembreper restarvi fino al 21, distribuito da Lucky Red. Diretto da Alessandro Bencivenga, con le voci narranti di Lello Arena e Cloris Brosca, il docufilm è un omaggio inusuale, leggero e a tratti ironico, in cui si racconta la vita e il percorso artistico dell’attore napoletano a quasi settant’anni dall’anniversario della nascita.

Il docufilm lega sue esibizioni cabarettistiche, teatrali e televisive, backstage, foto d’epoca, e interviste ad amici ed esponenti del mondo dello spettacolo, tra cui Carlo Verdone, Nino Frassica, Clarissa Burt, Maria Grazia Cucinotta, Ficarra e Picone e testimonianze di repertorio di Pippo Baudo e Renzo Arbore.

Infine, una partecipazione speciale, quella di Gerardo Ferrara, la controfigura di Troisi nel celeberrimo Il postino.

«Un giorno – racconta il regista Bencivenga – guardando un film di Troisi, ho pensato: “Sarebbe bello realizzare un docufilm su Massimo. In fondo lui è stato, ed è tuttora, il mio autore, regista e attore di riferimento”. Conoscevo alcuni suoi amici, e quella che all’inizio era soltanto una fumosa idea è potuta diventare una realtà concreta. Da lì ho cominciato a fantasticare un racconto su Troisi, ma in un modo non convenzionale».