(di Antonella Putignano) Silenzio in sala e biciclette per volare sulla luna. Steven Spielberg, da sempre, innalza lo spirito del cinema e fa salire in alto i cuori degli spettatori e gli incassi.
Di pochi giorni fa è la notizia relativa al decesso dell’uomo che ispirò il fortunato film The Terminal, del 2004, con protagonista Tom Hanks, e firmato proprio dal regista americano. Lui, Spielberg, non ha decisamente mai perso né un treno né un aereo. La sua carriera, lunga e sorprendente, viaggia puntuale: destreggiandosi – come solo i grandi sanno fare – tra i generi diversi, E, in effetti, lui stesso è unico nel suo genere: nessuno come lui.
Il regista di Schindler’s List sarà premiato, a Berlino, con l’Orso d’oro, per il suo lungo fortunato ed emozionante lavoro al cinema. Ma non solo. Da molti anni, l’artista si esprime anche attraverso il suo impegno nel sociale. Nel 1998, riceve la Gran Croce con Stella dell’Ordine al Merito della Repubblica Federale Tedesca, come riconoscimento per il suo film Schindler’s List e per la sua Fondazione per la Shoah. Nel 2001 viene nominato dalla Regina Elisabetta Cavaliere Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico (Kbe).
Durante la cerimonia che si svolgerà a Berlino, per il Festival del cinema al Berlinale Palast, verrà proiettata la sua ultima pellicola The Hyperlink. Il film, ispirato alla sua vita, sarà nelle sale italiane dal 22 dicembre. Spielberg è uno dei registi più famosi e amati del mondo. Non solo ha ricevuto tre Oscar ma anche il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia, nel 1993. Quando otterrà anche questo ennesimo, meritatissimo, riconoscimento, potrebbe sentire – provenire dal mondo celeste – la voce di Sean Connery sussurrargli, come in Indiana Jones, “e questa sarebbe solo una giornata tipica?”. E prendendo in prestito la battuta di Harrison Ford, Spielberg: “No, migliore di molte altre”.
Antonella Putignano