A distanza di oltre quarant’anni dal rapimento e dall’uccisione di Aldo Moro, la Rai torna su una delle pagine più oscure della storia della Repubblica con una fiction in tre parti diretta da Marco Bellocchio, regista che aveva già narrato il rapimento Moro nel film Buongiorno notte del 2003.
In onda il 14, 15 e 17 novembre in prima serata su Raiuno, Esterno notte, questo il titolo della serie, è ambientata nel 1978, anno critico per l’Italia. Il Paese è in preda a un grave clima di tensione che da un lato vede la lotta armata delle Brigate Rosse, dall’altra il compromesso storico fra la Democrazia Cristiana dell’onorevole Moro e il partito comunista di Enrico Berlinguer. In concomitanza col varo del governo ibrido dei “cattocomunisti”, Moro viene rapito dalle BR, mentre gli uomini della scorta vengono massacrati. È l’inizio di una drammatica trattativa che non vedrà né vincitori né vinti, avvolta da complotti, oscure macchinazioni di superpotenze e losche e ambigue figure, fino al ritrovamento del cadavere dell’onorevole, rannicchiato in una macchina in Via Caetani.
Nel raccontare i fatti, Bellocchio punta i riflettori non solo sul tormento umano del politico, magistralmente interpretato da Fabrizio Gifuni, ma anche su personaggi di contorno quali papa Paolo VI – un convincente Toni Servillo – Francesco Cossiga (Fausto Russo Alesi), la moglie di Moro, Eleonora (Margherita Buy), e così via.
«Ho voluto tornare su questo capitolo per raccontarne le più profonde sfumature, ma senza avere l’ambizione di sciogliere enigmi o misteri», ha detto il regista presentando la serie e aggiungendo: «ognuno, vedendolo potrà trarre le sue conclusioni». Più un auspicio che una certezza, visto che chiunque abbia tramato nell’ombra per sabotare la trattativa appartiene a una dimensione che sarà molto difficile individuare. Anche se la speranza è l’ultima a morire, così come il ricordo di Aldo Moro non morirà mai.