(di Renato Marengo) Prima tappa del progetto di Museo Diffuso della Luiss, curato da Laura Valente. Il progetto, che coinvolge l’artista africano Serge Attukwei Clottey, è stato curato dall’esperta di performing arts Laura Valente, in stretta collaborazione con l’Osservatorio Ethos della Luiss diretto da Sebastiano Maffettone. Prevede che ogni anno siano invitati artisti di diverse nazionalità nella residenza Luiss a Roma per la realizzazione di creazioni esclusive sui temi del rapporto tra etica e arte, sostenibilità e inclusione, creatività digitale e nuove connessioni creative.
Invitato alla Luiss di Roma proprio da Laura Valente, nota esperta di linguaggi performativi, già responsabile di musei nazionali ed esperta di arte contemporanea, ho avuto il privilegio di assistere alla coinvolgente performance del lavoro di Clottey, che arricchisce le sue opere, destinate a borse di studio per i giovani allievi, con danze e coinvolgimento corporeo con oggetti e materiali che diventano sue opere interattive con ambienti e persone.
Serge Attukwei Clottey è stato quindi il protagonista di questa live performance unica nel suo genere, il 5 maggio scorso a Roma nella sede Luiss di viale Pola, alla presenza dei vertici dell’Ateneo: il Rettore Andrea Prencipe, il Presidente Vincenzo Boccia, la Vicepresidente Paola Severino e il Direttore Generale Giovanni Lo Storto.
Favorire il coinvolgimento degli artisti emergenti – e dei tanti esperimenti di collettivizzazione che stanno nascendo in tutto il mondo – permetterà di capire e studiare quanto anche una istituzione universitaria riesca a incidere- attraverso le arti- sulla vita e sui processi di trasformazione sociale delle comunità a cui si rivolge.
Le installazioni alla Luiss di Clottey saranno le prime opere del Museo diffuso, un progetto triennale di sperimentazione artistica contemporanea in stretto collegamenocon l’Osservatorio ArtEthics, piattaforma di ricerca e di produzione artistica innovativa, nata nel 2019 all’interno dell’Osservatorio Ethos della Luiss, ideata da Maffettone e Valente.
Al centro della ricerca dell’artista un universo ibrido, globale,dinamico e pienamente interculturale e internazionale, come quello dell’Ateneo intitolato a Guido Carli.
E serviranno, come nel caso delle opere di Serge Attukwei Clottey, a finanziare borse di studio per studenti ghanesi.
L’artista di origini ghanesi, conosciuto per le sue capacità di raccontare e denunciare gli squilibri del mondo e le realtà dimenticate attraverso un utilizzo plastico e radicalmente innovativo di materiali di scarto, spaziando dalla scultura alla fotografia alle installazioni live, ha creato per Luiss -su commissione e durante una residenza nel campus universitario, tre opere straordinarie- che potranno essere ammirate anche dal pubblico esterno, prima tappa del progetto di un Museo diffuso a cielo aperto, negli spazi del campus.
Nel suo quartiere (Labadi) ad Accra in Ghana, Clottey ha cominciato a tappezzare le case e le strade della città, che dall’alto sembrano lastricate d’oro, con distese di tessere di plastica, ricavate da contenitori dell’acqua abbandonati. Le chiama Yellow Brick Roads, ispirandosi a quelle di mattoni gialli del Mago di Oz. Tutto nasce dalle taniche di plastica che vengono usate per portare l’olio da cucina in Africa. Questi contenitori blu, bianchi e gialli, i gallons, diventarono oggetti preziosi in Ghana, durante un periodo di grave siccità servivano alle famiglie per portare l’acqua a casa. Furono poi abbandonate dappertutto: nelle discariche improvvisate sulle spiagge, nelle strade delle città. Clottey, oltre diciotto anni fa, ha deciso, così, di cambiare la forma di un oggetto, diventato simbolico per la popolazione e poi emergenza di smaltimento rifiuti per il suo Paese, trasformandolo in opere d’arte: tagliandole in piccole tessere, modellandole su una fiamma e poi cucendole con del filo di rame, di fatto creando una sua poetica cifra artistica che lo rende riconoscibilissimo. Clottey lo chiama ‘Afrogallonism’.
Per questo artista africano – uno dei più interessanti sul mercato dell’arte, che ha conquistato pubblico e critica alla recente esposizione contemporanea in Arabia Saudita- è fondamentale la nozione di performance, con al centro il suo stesso corpo, parte integrante delle installazioni.
Nella performance inaugurale alla Luiss, oltre alla presentazione delle nuove opere, Clottey si è esibito su un enorme tappeto costituito proprio da quelle tessere di plastica unite fra loro da fili di rame, e adattate agli spazi esterni e interni della Luiss, di fatto coinvolgimento di tutta la comunità universitaria, rito collettivo di un’arte con al centro i temi della giustizia ambientale e sociale, esplorando narrazioni personali e civili, profondamente radicate in storie di scambi e migrazioni.
Le creazioni realizzate durante la sua residenza alla Luiss (24 aprile-6 maggio 2022), ispirate all’incontro tra la sua Accra e Roma, sono composte da materiale proveniente dall’Africa e da altro recuperate al mercatino dell’usato di Porta Portese.
Le opere realizzate, presentate in prima assoluta dopo la performance -e ora visitabili alla sede Luiss di viale Pola, 12- sono:
_MAN’S LABOR, Serge Attukwei Clottey, Rome, 2022, commissioned by Luiss
_BODYTOUR, Serge Attukwei Clottey, Rome, 2022, commissioned by Luiss
_ WOMAN’S STRENGTH, Serge Attukwei Clottey, 2022 commissioned by Luiss
“Quando sono arrivato a Roma, il 24 aprile scorso, e sono entrato per la prima volta alla Luiss ho avuto bisogno di sentire con il mio corpo lo spirito di questo luogo. E ho abbracciato per qualche minuto la colonna della cappella della sede di Viale Romania. Ho sempre bisogno di sentire i luoghi, sentirmi parte di una comunità. In questo caso la comunità di una grande Università . Ho girato molti giorni per Roma, visitando i luoghi più famosi. Nei musei ho trovato la mia fonte di ispirazione, templi laici di una città dalle straordinarie architetture, con una storia che viene definita dai corpi dei suoi monumenti e delle sue statue.
Le tre opere che ho realizzato in questa residenza uniscono queste suggestioni. Troverete il numero 31 in una di queste, perché al numero 31 dell’audio guida nella visita ai Musei Vaticani, sono stato attratto da quelle figure scolpite, da quelle linee marcate e potenti, dalla narrazione biblica raccontata dall’audacia dei corpi umani. Che ritroverete nel mio mondo, destrutturate nei miei disegni astratti a carboncino e collage di tessuti africani”.
Serge Attukwei Clottey, Roma, 5 maggio 2022