(di Renato Marengo) Nel libro Franco Battiato – Incontri, Giordano Casiraghi, col suo consueto stile giornalistico racconta Franco Battiato attraverso la voce delle persone che l’hanno incontrato e conosciuto: musicisti che sono stati con lui sul palco e che hanno suonato nei suoi dischi, operatori presenti nelle tournée, produttori al suo fianco nei concerti e nei dischi, discografici sorpresi dalla sua straordinaria creatività, ingegneri del suono nelle sale di registrazione, artisti, giornalisti, fotografi. Una raccolta di materiali che l’autore ha collezionato e rielaborato in più di quaranta anni di conoscenza con l’artista, uno dei più grandi di sempre.

Anche non senza emozione ho fornito una mia testimonianza, il ricordo di un ragazzo serio, oltre che geniale, che invitava, giovanissimo, i suoi coetanei più abituati ai palchi del rock che non alle poltroncine dei teatri dove si ascoltava la musica dei grandi compositori. Lui l’ha ascoltata la grande musica per poi poterla rinnovare e rivoluzionare.

Le testimonianze raccolte da Giordano Casiraghi spaziano tra personaggi di varia natura e popolarità e fra i tanti interessi che fecero di Battiato uno dei geni artistici più prolifici e originali del nostro mondo musicale. Nel libro oltre a tanti nomi, ci sono anche importanti testimonianze visive firmate da Uliano Lucas.

foto ©Uliano Lucas

Pubblichiamo volentieri un’intervista a Giordano Casiraghi su questo suo ultimo libro.

Lo scorso 18 maggio è stato ricordato Franco Battiato a un anno dalla scomparsa. Un artista che ha saputo offrire un campionario artistico di vasta portata e altissima qualità. Le sue canzoni resteranno per sempre, i suoi film, il documentario «Attraversando il bardo» che andrebbe programmato nelle scuole, la pittura e le opere classiche a cominciare da «Genesi». In proposito Lucio Dalla, che era presente alla prima al Regio di Parma, scrisse una entusiasta recensione sul Corriere della Sera dicendosi sorpreso che un collega potesse arrivare a tanto. Battiato è sempre stato molto stimato da tutti e dal pubblico ha ricevuto un affetto incondizionato che ancora continua. Numerose le pagine social che lo ricordano con post giornalieri. Numerosi i libri che sono usciti dopo la sua scomparsa, tra quelli che meritano un’attenta lettura, oltre a «L’alba dentro l’imbrunire» di Messina e Senardi segnaliamo senz’altro «Battiato – Incontri» di Giordano Casiraghi (Officina di Hank, 317 pagg. – 27€), anch’esso ricco di interventi di artisti e giornalisti che hanno conosciuto Battiato.

Abbiamo notato una citazione del libro nella trasmissione andata in onda su Raiuno il 18 maggio scorso…

Mi ha contattato il regista per chiedere di poter utilizzare qualche fotografia contenuta nel libro. Infatti contiene un documento fotografico inedito realizzato da Uliano Lucas nel 1965, quando Battiato era arrivato a Milano da pochi mesi. Sono venti fotografie in bianco e nero, un vero e proprio reportage realizzato su commissione. Erano stati Tinin Mantegazza e Giorgio Gaber a chiedere questo servizio, a fronte di una imminente produzione discografica. Ne parlo nel libro con l’intervento di Gregorio Alicata che è stato il primo compagno in musica di Battiato. I due si proponevano come Gli Ambulanti e la Ricordi avrebbe dovuto pubblicare un loro disco.

Sono queste le uniche foto che troviamo nel libro «Battiato – Incontri»?

No, ci sono altre diciotto foto, alcune mie che non si sono mai viste, una l’ho fatta a Barcellona con Battiato e Sgalambro in un momento delle prove concerto, una al primo concerto che ho visto di Battiato nel 1973 e un’altra l’anno successivo. Mi infilavo sul palco e in entrambi i casi ne sono usciti due ritratti che in prima battuta avevo inserito nelle prime ristampe in cd dei dischi di Battiato. Avevo promosso queste ristampe insieme a Pino Massara, il produttore storico di Battiato e fondatore della Bla Bla, l’etichetta che ha pubblicato i suoi primi cinque album. Stiamo parlando del 1991, quando con Massara si aveva l’intenzione di pubblicare tutto il catalogo Bla Bla, in particolare avremmo dovuto far uscire un cofanetto di 4 cd con allegato un vero e proprio libro di interviste. Avevo cominciato a raccoglierle tra i collaboratori storici di Battiato, la prima era proprio con Pino Massara. Ebbene, quell’intervista rimasta inedita può considerarsi la prima che ho realizzato per questo nuovo libro.

Quante persone hai contattato per realizzare questo libro?

Va detto, e credo di non sbagliare, che sono il giornalista che più di tutti ha seguito Battiato con costanza dagli anni Settanta fino alla sua scomparsa. Chi leggerà il libro lo potrà capire. In 45 anni di vicinanza ho conosciuto tantissimi artisti e collaboratori di Battiato, la gran parte è stata da me interpellata negli anni e tutte le interviste raccolte sono confluite qui. In totale sono più di 130 gli interventi. Qualcuno non c’è più e le loro parole in proposito, sul tempo trascorso con Battiato, diventano ancor più importanti. Tra questi Gianni Mocchetti, Amedeo Maffei, Angelo Carrara, Sergio Albergoni, Tinin Mantegazza, Giusto Pio, Manlio Sgalambro.

Come mai questo interesse per Battiato?

Ero adolescente quando ho ascoltato «Fetus» e «Pollution», i suoi primi album, e ne sono stato catturato. Sono andato a vederlo in concerto quando è passato vicino a dove abito, finché con l’avvento delle radio libere ho avuto l’occasione di andare a trovarlo a casa per un’intervista. Da allora le frequentazioni si sono intensificate: ogni volta che mi è stato possibile ho trascorso del tempo con lui, a casa, negli studi di registrazione, ai concerti, alle conferenze stampa.

Sì, ma come riesci a stringere un rapporto così ravvicinato?

Ero così interessato alle cose che proponeva che mi sono improvvisato organizzatore di concerti. Il primo è stato per lo spettacolo di musica e teatro «Baby Sitter» al Teatro Villoresi di Monza nel 1977, poi l’anno dopo su suo suggerimento uso il titolo di «L’evoluzione interiore dell’uomo» per la rassegna musicale al Teatrino della Villa Reale di Monza, una decina di concerti che replico nel 1979 in primavera. Già a fine 1979 tengo a battesimo il suo ritorno alla canzone con «L’era del cinghiale bianco» a Vimercate. Nel libro ci sono foto di quel concerto. Questi concerti li ho organizzati come Radio Montevecchia, dove tenevo una trasmissione dal titolo «Musica elettronica e contemporanea».

Altre particolarità di questo libro?

Non segue una cronologia, ma evidenzia molti episodi rimasti inediti, per esempio attorno al disco realizzato nel 1969, mai uscito, un capitolo è sul progetto Telaio Magnetico, il supergruppo con il quale Battiato realizza una tournée al centro sud nel 1975, un capitolo intero è per lo spettacolo «Baby Sitter» e uno per raccontare il suo percorso mistico con vari interventi tra cui padre Guidalberto Bormolini e Massimo Stordi. Segnalo gli interventi di Susanna Schimperna e Barbara Alberti che hanno conosciuto Battiato, infine una toccante postfazione di Fabio Cantelli Anibaldi, autore del libro «Sanpa». Non è tutto, per tanti altri approfondimenti rimando alla lettura del libro.    

Provocatoriamente, non ti sembra che siano usciti tanti e forse troppi libri dedicato a Battiato. Perché anche il tuo?

Sì, certo. Abbiamo assistito a tante pubblicazioni, forse più di una decina da quando è scomparso. Per non parlare dei passaggi televisivi, a cominciare dal concerto all’Arena di Verona. Ognuno avrà scritto e fatto quello che ha potuto. Voglio dire: c’è chi ha conosciuto l’artista e chi no, ma ne ha scritto comunque un libro, magari più d’uno. Ovviamente li ho tutti visionati e devo dire che preferisco quelli che che seguono un percorso cronologico, ma anche qui un canale web come wikipedia contiene già tutto. In tanta abbondanza di pubblicazioni chi avrà modo di leggere il mio «BATTIATO – Incontri» troverà molte informazioni e notizie inedite, per non parlare delle foto. In più ho preferito andare in profondità con certi capitoli e episodi importanti della vita artistica di Battiato. Tra gli altri ci sono capitoli dedicati al «Telaio magnetico» e «Baby Sitter», argomenti di cui poco si sapeva e comunque mai approfonditi come invece sono riuscito a fare andando a trovare tutti i protagonisti che erano con Battiato in quelle esperienze. Va anche aggiunto che giusto il 23 giugno 1977 io stesso organizzo uno spettacolo di «Baby Sitter» in quel di Monza.

In conclusione: no, non potevo più tenere nel cassetto tanto materiale raccolto in oltre 40 anni di vicinanza all’artista. È il mio omaggio a Battiato, per avermi consentito di seguirlo da vicino in tante occasioni, con più affetto ricordo quelle fuori dai riflettori, per esempio le tante ore passate in sala di incisione mentre registrava i suoi successi.

Franco Battiato – Incontri

di Giordano Casiraghi

Edizioni Officina di Hank