Venerdì 6 maggio alle 21.15 su Rai 5, nell’ambito del programma Art Night, va in onda L’intuizione di Duchamp, documentario ideato e realizzato sotto la regia di Guido Talarico. Il lavoro dell’editore e direttore di Inside Art è stato presentato all’Accademia di Francia, presso Villa Medici, a Roma, il 29 aprile scorso.
La presentazione de L’intuizione di Duchamp è stata anticipata dai ringraziamenti di tutto il team che ha contribuito alla sua realizzazione per la quale si sono messe in campo grande professionalità e inventiva.
«Ringrazio Guido Talarico – ha affermato Simona Garibaldi, fondatrice della società Lilium distribution – siamo persone che seguono la passione con entusiasmo, sapendo cogliere le occasioni e trovando nuove strade. In questo caso è stata la Rai a darci questa occasione. La Rai ci ha sostenuto e ha seguito il nostro lavoro da vicino dedicando un’importante slot sulla tv pubblica».
«Ringrazio Simona Garibaldi», è intervenuto Guido Talarico (nella foto sotto), che ha scritto e diretto il lungometraggio, « è stato per me un piacere lavorare con lei e accrescersi a vicenda. Grande onore è stato lavorare con la Rai. Abbiamo trovato in questa azienda un ascolto vero. Un prodotto come questo, nato per una nicchia, finisce in prima serata, è un grande privilegio e una grande responsabilità. Grazie a Francesco Talarico, che è capace come pochi di interpretare il mio sentire da regista. Grazie a Vittorio Antonacci per il lavoro svolto nel montaggio di questo lungometraggio. Ringrazio il team di Lilium e di Inside Art. Il filo rosso di questo film è la capacità degli artisti di essere visionari. Molti di loro appartengono alla famiglia del Talent prize, punto di riferimento per i giovani artisti di oggi».
Il concorso ideato da Talarico e promosso da Inside Art è giunto quest’anno alla sua quindicesima edizione e si è ormai affermato nel panorama nazionale come trampolino di lancio per la creatività internazionale. Proprio dopo essere passati dal Talent Prize, molti artisti si sono contraddistinti in Italia e all’estero per le loro capacità e il loro valore di ricerca.
Il discorso di Talarico si è concluso con un importante riferimento alla situazione politica internazionale: «Il cambio di sguardo che racconto è il segno che indica come sia necessario guardare il mondo da una prospettiva alternativa. Nella drammaticità di oggi io dedico questo film all’Ucraina, perché quello che vediamo oggi accadere a pochi passi da noi possa non ripetersi più».
Il lungometraggio, dedicato alla figura di Marchel Duchamp, mette in evidenza il ruolo e l’eredità di un artista che è stato in grado, da solo, di riscrivere le logiche che, fino al principio del XX secolo, definivano l’approccio alle arti visive. Il superamento del concetto estetico viene seguito dalla rivalutazione del gesto come atto rivoluzionario, intellettuale, nato per portare agli occhi del mondo la possibilità di un’alternativa. Il film rappresenta un focus sulla situazione artistica attuale, sulla sua energia e anche sulle problematiche di cui, grazie a un linguaggio condiviso, riesce a parlare. Gian Maria Tosatti, Eugenio Tibaldi, Elena Bellantoni e Corinna Gosmaro sono le voci che accompagnano lo spettatore in questo percorso narrativo in cui la materia non è messa da parte ma, anzi, portata in valore dalle ricerche intellettuali di cui ogni artista si serve per sviluppare il proprio lavoro.
Grazie all’eccezionale partecipazione di Renata Cristina Mazzantini (nella foto sopra con Guido Talarico), curatrice di Quirinale Contemporaneo e di Sam Stourdzé, direttore di Villa Medici, il docufilm fornisce risposte e punti di vista sull’arte di oggi, sui suoi paradossi e sulla sua incredibile forza creativa.