(di Renato Marengo) Da martedì 12 aprile, la Sirena Digitale è visibile a Napoli a Castel dell’Ovo in una “grotta” appositamente destinatale. Proprio sul mare e proprio accanto a quei luoghi dove la leggenda racconta che abbia abitato la Sirena Parthenope, trasformatasi poi proprio nella città sul Golfo.

La Sirena Parthenope – sotto forma di ologramma – approda e ritorna quindi sull’isolotto di Megaride, nel luogo in cui si è trasformata in divinità e corpo della città di Napoli. Dopo il periodo di permanenza e di presentazione in anteprima dell’installazione presso il MANN, Sirena Digitale approda a Castel dell’Ovo grazie alla collaborazione con il Comune di Napoli, in intesa con il Sindaco Gaetano Manfredi, con l’Assessore al Turismo, Teresa Armato e con l’Assessore alla Ricerca, all’Innovazione e alle Startup della Regione Campania, Valeria Fascione.

Sirena Digitale è il prototipo olografico di un’artista interattiva che canta il repertorio classico napoletano in versioni pop-rock multilingue. L’interfaccia offre l’esperienza della tridimensionalità, ma anche quella del tatto, grazie all’utilizzo di ultrasuoni ed è accessibile a tutti tramite l’App per smartphone e tablet.

A questi link, i video che raccontano Sirena Digitale: https://bit.ly/2QHJTLN e l’anteprima del documentario: https://youtu.be/hHhXgOrAUGk

Sirena Digitale è un significativo passo in avanti nell’ambito della fruizione dei beni artistici e culturali d apre moltissime strade all’utilizzo di questa tecnologia nel campo dell’industria culturale, musicale e turistica. Inoltre, grazie all’App è possibile diffondere su vasta scala il messaggio olografico, semplicemente utilizzando una piccola piramide di plastica come mezzo di proiezione.

«Sarà possibile allestire performance olografiche nei teatri, nei parchi archeologici, durante i concerti, o ancora negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie o marittime – come ha sottolineato Lello Savonardo (coordinatore scientifico del progetto per il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II di Napoli) – si tratta, inoltre, di un’esperienza emozionante e coinvolgente disponibile in qualsiasi momento e luogo a portata di smartphone.»

«La bidimensionalità ci sembrava quasi un limite – spiega Luigi Gallo, (coordinatore scientifico del progetto per ICAR-CNR) – mentre l’ologramma permette un livello di coinvolgimento decisamente superiore, soprattutto perché il processo di fruizione non è passivo, ma l’utente diventa parte attiva e può realmente interagire con la Sirena Digitale grazie anche all’utilizzo degli ultrasuoni che aggiungono una percezione tattile all’interfaccia. L’utente avrà l’impressione di toccare l’acqua che circonda la Sirena».

Il forte senso di realtà restituito dall’ologramma, infatti, dipende anche dal fatto che sia stato realizzato interamente con immagini di una persona reale (non tramite un interprete virtuale ricostruito al computer). Per questo progetto infatti il Centro di Produzione RAI di Napoli ha realizzato riprese in simultanea, da quattro angolazioni diverse, della ricercatrice e artista Francesca Fariello, che ha dato vita e voce alla Sirena; queste immagini sono poi state transcodificate in ologramma dall’ICAR-CNR, che ha progettato e realizzato il totem olografico interattivo e l’App.

Nella definizione dell’iconografia della Sirena ha avuto un ruolo centrale il supporto artistico e creativo dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli, che ha ridisegnato la sua immagine con nuovi tratti e nuove connotazioni anche attraverso l’uso del trucco e la creazione della scultura della pinna e del fondale del totem olografico, oltre ad aver progettato il logo e l’interfaccia utente dell’App, grazie alla collaborazione di Giuseppe Gaeta, Enrica D’Aguanno e Zaira de Vincentiis.

Grazie al canto della Sirena Digitale è possibile ascoltare tracce musicali e diverse interpretazioni dei classici della canzone napoletana, Malafemmena e Reginella della storica casa editrice napoletana “La Canzonetta”. Le canzoni sono state tradotte e interpretate dalla ricercatrice e artista Francesca Fariello in lingua inglese, cinese, in versioni pop-rock, oltre a essere state cantate in napoletano e in versione classica piano e voce. Gli arrangiamenti musicali sono di Raffaele Lopez.

Un’esperienza tecnologica innovativa in cui però rimangono centrali le esperienze cognitive ed emozionali «la tecnologia diventa uno strumento – pervasivo ma discreto – della restituzione fisica di un’emozione», come spiega la stessa Francesca Fariello.

Il progetto di ricerca Sirena Digitale nasce come dimostratore del progetto REMIAM – Reti Musei intelligenti ad alta multimedialità del Distretto DATABENC, finanziato dalla Regione Campania e realizzato dal Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e dall’Istituto di Calcolo e Reti ad Alte Prestazioni del Consiglio Nazionale delle Ricerche ICAR-CNR, in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Napoli, il Centro di produzione RAI Campania e con il Museo Archeologico di Napoli (MANN).