(di Antonella Putignano) Cosa c’entra la musica sublime di Čajkovskij con Putin? Lo spiega Giuseppe Sala in una lettera inviata al direttore d’orchestra Valery Gergiev. Il musicista, impegnato a dirigere il capolavoro del compositore russo alla Scala, avrebbe, più volte, dimostrato “simpatia” per la politica di Vladimir Putin, sostenendo, attualmente, l’invasione delle truppe russe in Ucraina.

Il sindaco della città, con il sostegno del sovrintendente del teatro, Dominique Meyer, ha invitato il direttore d’orchestra a prendere le distanze dalla guerra, e a dichiararsi a favore della pace.

Al musicista è stato riservato lo stesso trattamento “ostile” anche negli Stati Uniti. Gergiev, andato a New York per dirigere un concerto al Carnegie Hall, ha incontrato la protesta di alcuni influenti attivisti, come Valentina Bardakova e il critico Norman Lebrecht. Il musicista “filo-Putiniano”, dunque, si è ritrovato, nel giro di poche ore, rispedito a Milano con i “compiti a casa” del sindaco. La vita è fatta a Scala: c’è chi scende e c’è chi “Sala”.

Antonella Putignano