(di Antonella Putignano) “Il cavaliere pallido” si presenta al suo pubblico senza filtri da ritocco d’immagine, ma con tutti i suoi 91 anni suonati, recitati, diretti, vissuti. In Cry Macho – Ritorno a casa, nelle sale italiane dal 2 dicembre, Clint Eastwood interpreta il ruolo di un anziano cowboy, allevatore di cavalli ed ex gloria del rodeo, che si ritrova in Messico per recuperare – e riportare in Texas – il figlio di un suo amico.
Il ragazzo condivide la sua vita messicana con il suo gallo da combattimento, dal nome Macho, appunto. Il film, tratto dal libro di N. Richard Nash, nell’insieme, ha qualche piccola crepa nella sceneggiatura, e a tratti presenta qualche incertezza di ritmo, ma è davvero imperdibile per dialoghi, e atmosfera. Lo spettatore, infatti, ha il privilegio di commuoversi ed emozionarsi ascoltando le battute calzare perfettamente sul viso, sulla vita di un grande regista. Cry Macho regala qualche scena di intensa, acuta dolcezza, spogliata da quegli spigoli di sarcasmo della giovinezza del suo cinema più riconoscibile. Un nuovo sguardo che Eastwood, probabilmente, ora, concede a se stesso. Ai suoi anni. Ai suoi desideri da spettatore, e da regista “maturo”. Il texano dagli occhi “di miele”.
di Antonella Putignano