Nell’anno del centenario dalla nascita di Andrea Zanzotto (10 ottobre 1921, a Pieve di Soligo, Treviso) il regista Denis Brotto ci regala Logos Zanzotto, un documentario dedicato al poeta e alla sua arte. Il film è stato presentato a Venezia78 all’interno delle Giornate degli autori.

 Il documentario ripercorre l’opera del grande poeta rivelandone la profondità poetica e le suggestioni visive, ma soprattutto restituendo la voce di Zanzotto e la sua parola, capace, come nessun altro, di definire il paesaggio e di delinearne le immagini. Tra i componenti essenziali dell’opera Zanzottiana innegabile è la marcata sensibilità per la natura che si fa spazio con energia e potenza all’interno delle sue parole e questo prezioso documentario è un atto di approfondimento, di ricerca, di condivisione e di indagine del percorso letterario e poetico di Andrea Zanzotto. Un mondo fatto di parole, di simboli, di suoni che ci restituiscono un universo composito ed una riflessione, oggi come non mai, necessaria sul nostro rapporto l’ambiente. E lo fanno grazie al linguaggio diretto e radicatamente empatico delle immagini e del suono.

La realizzazione del lungometraggio è stata molto lunga e dettagliata e ci sono voluti diversi anni per completare il lavoro che ha visto la collaborazione di molti giovani studiosi: Monica Bortolami, Maria Fiorina Cicero, Deborah Osto, Federico Sillo, Luca Zantomio.In particolare, grande attenzione è stata data allo studio scrupoloso delle sue poesie che hanno permesso di creare un documentario che riuscisse ad unire le sue parole alle immagini. Il risultato è un connubio di suggestione e profondità che conferisce all’opera un tratto emozionale. 

Se, come ci insegna il poeta, “La poesia in generale opera in ambienti piuttosto oscuri e carsici, luoghi appartati”, le immagini che le vengono accostate da Brotto sono la perfetta rappresentazione di questa verità universale.L’amore che il poeta prova per il paesaggio è esplicito e come ci dice lo stesso “No, tu non mi hai mai tradito (paesaggio) … tu dài, distribuisci con dolcezza e con lene distrazione il bene dell’ identità, dell’io, che perennemente poi torna, tessendo infinite autoconciliazioni: da te, per te, in te.)

Francesco Ferri