(di Renato Marengo) È uscito un libro che mi fa piacere segnalare. Il titolo è La musica è finita, 175 pagine, pubblicato dalla Società Editrice Dante Alighieri.  Ma non lasciatevi ingannare dalla “notorietà” del titolo, non si tratta certo di un plagio, ma di una citazione ben meditata e, come potrete constatare leggendola, certamente molto critica ma con una segreta speranza …che non sia proprio così.

Giorgio Cavagnaro la musica la ama, è una delle sue più grandi passioni (l’altra è il cinema) e non può che augurarsi che la musica, quella buona, quel rock col quale è vissuto e cresciuto, quei cantautori di cui ama poesia e interpretazione artistica, continuino. Ci fa piacere dunque segnalarlo, sia perché si tratta di un libro molto piacevole da leggere, pieno di immagini, di musica e di cinema, vissuti attraverso le esperienze di vita di un autore che proprio per noi ha scritto spesso  su Cinecorriere. Anzi, proprio i suoi articoli della rubrica “Che anno è” hanno acceso, nella mente dello scrittore, la scintilla necessaria a trasformare quelle impressioni e quei ricordi nella narrazione di un vero romanzo.

Partendo dagli anni Sessanta, dalle suggestioni di un bambino che vede alla tv, nel salotto di famiglia, le immagini in bianco e nero del film La parola ai giurati e rimane stregato per sempre dal coraggio dell’eroe civile Henry Fonda, l’autore si immerge negli anni magici dei Beatles e dei Rolling Stones e via via fino al 2000, data in cui giudica, con una punta di amarezza, conclusa l’esaltante stagione del rock. Ma la speranza (leggete bene tra le righe) è certamente l’ultima a morire e noi comunque, che continuiamo a trovare scintille e a volte fiammate nelle nuove tendenze musicali giovanili, ci auguriamo che la musica, superata la fase discendente che ben descrive Cavagnaro, ritorni. Il cinema, sembra suggerire nel libro l’autore, trova invece in se stesso la capacità di trasformarsi e dunque evolvere, rimanendo agganciato al treno del tempo.

Tante canzoni e tanti film, intrecciati abilmente alle vicende di vita che li evocano e ne sono al contempo evocati, regalano al lettore una storia gentile e attraente, sorprendentemente adatta a tutte le generazioni. Insomma, leggetelo.