(di Antonella Putignano) Quando la realtà supera l’Opera: domenica 27 ottobre del 1991, il cartellone del Teatro Petruzzelli di Bari proponeva la Norma di Bellini –   l’opera che vede proprio nel suo gran finale un rogo – mentre le fiamme divampavano,  travolgendo il politeama e la città si svegliava tra i rumori assordanti delle sirene ed il fumo.

Lo storico ente lirico dei baresi assisteva allo sgretolarsi di un luogo unico e storico; un tempio d’arte per la regione e per il mezzogiorno. Il Teatro, inaugurato nel 1903, ha – dopo trent’anni – riaperto le porte con una programmazione autunnale di grande  bellezza e prestigio: in cartellone Mozart, Puccini, Verdi. Una ripartenza nel segno di una tradizione che continua e si rinnova.

La vicenda drammatica del rogo aprì, inevitabilmente, le indagini, dando luogo ad un processo penale. Molti i nomi coinvolti, tra i quali, i reali esecutori del danno, Francesco Lepore e Giuseppe Mesto, e il gestore dello stabile del periodo, Ferdinando Pinto – ex sovrintendente anche del Teatro dell’Opera di Roma – colpevole di non aver assicurato il teatro e, dunque, condannato a dover risarcire una somma di 57 miliardi di lire. La quota non fu mai risarcita, a causa di difficoltà economiche dello stesso Pinto. Dopo 16 anni dal disastro, l’ex gestore del Teatro fu assolto dall’accusa di incendio doloso e colposo, associazione mafiosa e falso in bilancio.  Il Teatro Petruzzelli, dopo la ricostruzione, è tornato alla gestione del Comune di Bari.

Sotto la guida del sovrintendete Massimo Biscardi il Teatro Petruzzelli – oggi Fondazione Lirico-Sinfonica Petruzzelli , già dallo scorso settembre, ha rialzato il sipario all’insegna del “tutto esaurito” per il Don Giovanni di Mozart.

Anche al sindaco del capoluogo pugliese il Petruzzelli è molto caro, anzi, di più, “Decaro”.

di Antonella Putignano