di Adriana Cavalcanti) «Titina De Filippo è un esempio di emancipazione e riscatto. Una fonte d’ispirazione per tutte le giovani attrici». Così Marzia Onorato, promessa del cinema italiano classe 2004, parla del suo ruolo in Qui rido io di Mario Martone, in concorso alla Mostra. «Titina si è fatta strada con le sue forze. Voleva dimostrare a tutti ciò che aveva imparato fin da bambina e si è ribellata a chi voleva imporle di rinunciare ai propri sogni: è un simbolo per tutte le donne che lottano per la propria realizzazione. Da lei ho imparato a credere di più in me stessa e a non lasciarmi condizionare dal giudizio degli altri».

Nei panni della primogenita dei tre fratelli nati dalla relazione tra Eduardo Scarpetta (Toni Servillo) e Luisa De Filippo (Cristiana Dell’Anna), Marzia rintraccia alcune affinità col suo personaggio: «Come Titina cerco sempre di mettermi nei panni degli altri, di capirli. Se posso di aiutarli. E poi amo molto scrivere e dipingere, proprio come lei».

Qui rido io esce nelle sale il 9 settembre per 01 Distribution. «Sono davvero emozionata», confida Marzia, «e sono curiosa di sapere come reagirà la critica, ma spero soprattutto che la mia interpretazione arrivi al cuore del pubblico e di aver reso Titina un personaggio vivo, con le emozioni e le fragilità di una donna in cui tutte possano identificarsi».

Scelta dopo mesi di provini, Marzia racconta della sua esperienza con Martone: «Da lui ho imparato la disciplina e l’importanza dei dettagli: è un grande maestro». E di Servillo dice: «Grazie a lui ho capito che un personaggio ha bisogno di esistere, di avere uno spazio e un tempo tutto suo. Lui non abbandona mai il personaggio, neppure nelle pause. E a volte, tra un ciak e l’altro, mi rivolgeva una battuta a cui rispondevo con la mia: praticamente continuavamo a provare la scena».