(di Antonella Putignano) Il gioco degli scacchi è fatto di regole e, allo stesso tempo, di fantasia, intuito, metodo, come la carriera di un vero artista. Genio e sregolatezza, infatti, non sono mai stati il marchio di fabbrica di Ennio Morricone – grande appassionato di scacchi, appunto –  altrimenti, non ci avrebbe regalato, con assoluta sorprendente costanza,  una tale infinita quantità di creatività, ricerca, sperimentazione, tecnica; attraverso la sua vivacità intellettuale inesauribile: quella di un artigiano sublime capace di essere, insieme,  grande insegnante e umile osservatore.

Il Documentario Ennio è stato presentato, fuori concorso , alla 78esima Mostra del Cinema di Venezia, per la regia di Giuseppe Tornatore. Il film è un racconto cronologico della vita e della musica del grande compositore intervistato – nel documentario – dal regista siciliano. Nella pellicola, anche contributi degli artisti, delle personalità che hanno collaborato e conosciuto non solo il grande compositore, ma anche la sua vita, vista da vicino. Il suo modo di raccontare le ispirazioni – e non solo –  in maniera semplice e schietta, attraverso un linguaggio rigoroso, senza sovrastrutture, eppure, incredibilmente poetico, leggero. Profondo. Un uomo schivo, riservato e ironico, che ha saputo mettere, davvero, le ali alla musica, in ogni sua forma ed espressione.

Quando ho cominciato a lavorare al documentario mi sono chiesto che tipo di film avrei dovuto fare – ha detto Tornatore a Venezia – ho scelto la linea cronologica convinto che la sua storia potesse essere raccontato come un romanzo, anche per offrire un punto di partenza ai tanti che vorranno in futuro studiare la sua musica. Ho immaginato il film come una partitura in cui tutti i materiali erano come le note. Spero che il film si vedrà oltre che al cinema e sulle piattaforme, nelle scuole, nelle biblioteche, negli archivi perché c’è molto da imparare da Ennio“.

“Ennio” con la sua “Musica Assoluta” è un film da vedere. Assolutamente.  La “Mission” è andare al cinema.

di Antonella Putignano