(di Barbara Bianchi) Con un red carpet poco tradizionale, con tanto di processione e il supporto artistico di un’opera dello street artist Maupal, fa il suo ingresso nel grande mondo della Biennale di Venezia La Santa Piccola di Silvia Brunelli, film da questa scritto a quattro mani con Francesca Scanu. Un lavoro che fa parte delle opere realizzate con il supporto di Biennale College Cinema, il laboratorio di alta formazione della Biennale di Venezia che sostiene dal 2012 la produzione di opere prime e seconde, e che racconta la storia della fraterna amicizia di due ragazzi, Lino e Mario, che s’intreccia con l’imprevedibilità della vita all’interno del palcoscenico, a tratti surreale, delle credenze e superstizioni popolari di una Napoli variopinta. Sullo sfondo un’umanità delicata, prigioniera della propria quotidianità, ancora legata a superstizioni e credenze religiose.

L’ambientazione è quella del Rione Sanità di Napoli con la sua stravagante umanità. Lino e Mario sono due amici fraterni, molto legati fra loro: vivono momenti semplici, muovendosi in giornate sempre uguali. Ma per loro, finché ci sono l’uno per l’altro, non c’è bisogno di andare da nessuna parte se non nel loro quartiere, il loro rifugio, un po’ cadente ma colorato. Finché la piccola Annaluce, improvvisamente, non compie un miracolo: durante una processione religiosa nel rione, una colomba si schianta contro la statua della Madonna e cade a terra, Annaluce la raccoglie e la riporta in vita. Da quel momento tutto cambia, anche il rapporto tra i due ragazzi perché Mario si rende conto che quello che prova per Lino non è una semplice amicizia, ma qualcosa di più importante e profondo.

Come spiega la regista Silvia Brunelli, «La Santa Piccola è una storia di tenerezza e di crudeltà, di bisogno di credere che qualcosa di buono e di superiore possa accadere, di speranza che qualcosa ci salverà dalla quotidianità e dalla sua monotonia».

La Santa Piccola è il racconto dell’inizio di un viaggio, di una fuga inconsapevole da una vita priva di prospettive, scritta a tinte agrodolci: un film che parla di primavere senza paura di mescolare i toni del dramma con quelli del sorriso per un’umanità talvolta pittoresca, impastata di simbolismo religioso e superstizione.

Il film è prodotto da Rain Dogs e vede l’aiuto sul territorio di Mosaicon Film, di Antracine, del Nuovo Teatro Sanità e dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. La distribuzione internazionale è stata affidata a Minerva Pictures Group e Tvco, mentre quella italiana è curata direttamente dai produttori in collaborazione con Emera film.

Protagonisti del film sono Francesco Pellegrino nei panni di Lino, Vincenzo Antonucci in quelli di Vincenzo. C’è poi Annaluce, interpretata da Sophia Guastaferro, Perla da Pina di Gennaro e Assia da Alessandra Mantice. I panni di Don Gennaro sono vestiti da un attore dalla lunga carriera come Gianfelice Imparato e quelli di Marina da un volto noto della tv come Sara Ricci.

 

Gli appuntamenti a Venezia

Mercoledì 8 settembre

  9.00 Sala Giardino: proiezione stampa

16.00 Red Carpet

16.30 Sala Giardino: proiezione ufficiale per il pubblico