(di Antonella Putignano) Cosa si prova a suonare come Charlie Parker? A questa domanda potrebbe rispondere solo Charlie Parker, in diretta da qualche locale fumoso e rumoroso in un mondo benedetto e lontano. Ma per mettere d’accordo credenti e laici, qui, sulla terra, e per rispondere a questa domanda, bisogna essere Forest Whitaker, l’attore americano che, ieri, ha compiuto 60 anni, e che, nel 1988, diretto da Clint Eastwood, ha recitato, come protagonista, in “Bird”.

Il film di “Clint”, accolto magnificamente dalla critica – e compreso dal pubblico solo dopo anni di distanza – fa vincere all’attore la statuetta come Migliore Attore al Festival di Cannes.  Whitaker, attore e regista, ha interpretato – e diretto – soltanto ruoli che ne mettono in luce l’originalità espressiva: caratteri intensi ed espressivi. Un protagonista del cinema lontano da qualsiasi stereotipo hollywoodiano, sia nella fisicità, che nel lavoro di immedesimazione con i personaggi. Nel 1992, il film La moglie del soldato, diretto da Neil Jordan, regala all’attore un’occasione in più per dimostrare la sua capacità di muoversi tra registri interpretativi molto diversi;  grazie all’intensità del suo viso, e alla sua voce duttile. Con il film del 2007,  L’ultimo Re di Scozia, di  Kevin Mc Donald , vince il Golden Globe e l’Oscar come migliore attore protagonista.

La sua carriera da regista non è meno ricca di quella come attore: nel 1993, infatti, dirige il tv movie di successo Strapped, e, a seguire, nel 1995, Donne – Waiting for Exale, con Whitney Houston e Angela Bassett.

Tra i film più recenti interpretati dall’attore americano c’è un ruolo che sembra essere stato confezionato ad arte: il maggiordomo, nel film The Butler (il Maggiordomo, appunto) diretto da Lee Daniels, del 2014.  Un personaggio forte e, allo stesso tempo, delicato, dolce. Un modo, in fondo, per raccontare, anche –  parallelamente al film – la carriera di un attore che ha costruito con grande impegno, cura e attenzione, una storia professionale luminosissima e sempre perfettamente in “parte”, in ogni scena. E visto che nel finale del film si racconta dell’elezione del Presidente  Obama, per fare gli auguri a questo straordinario protagonista non resta che dire: “Forest, Yes, we WhitaCare”.

Antonella Putignano