Prima di dirigere Cinecorriere, magazine cartaceo e digitale di cinema e dintorni nato nel 1948 grazie a un’intuizione di Alberto Crucillà, il nostro direttore Renato Marengo è stato (e continua a essere) una delle colonne portanti del giornalismo musicale italiano. Che fosse un appassionato e fine conoscitore del mondo delle sette note è cosa risaputa, ma nella sua carriera professionale il suo approccio non si è mai limitato al mero esercizio critico, Renato è un operatore culturale a tutto campo, che ha tirato le fila di un movimento da lui battezzato Napule’s Power, la cui influenza, dopo aver valicato negli anni i confini prima regionali e poi nazionali, si è propagata fino ai nostri giorni. Il racconto di questa infaticabile attività divulgativa è possibile ritrovarlo su Napule’s Power – Movimento Musicale Italiano (Tempesta Editore), il volume che celebra più di mezzo secolo di lavoro di Renato e dei grandi musicisti protagonisti del movimento.
Curato dal giornalista Paolo Zefferi, con prefazione del musicologo Renzo Cresti, il libro raccoglie le testimonianze e i contributi di alcuni degli amici più vicini a Renato Marengo, “che lo hanno aiutato a mettere insieme la documentazione e i materiali per ricostruire la storia del movimento Napule’s Power, che tanto gli sta a cuore perché ne è stato il collante e gli ha dedicato gran parte della sua vita”, scrive lo storico della musica, editore e curatore di libri Francesco Coniglio nella presentazione, suggestivamente intitolata La ricerca della bellezza. “Questo è un libro importante, che rilascia alla storia della musica italiana un tassello mancante. Ma non è la sua autobiografia: considero questo volume una sorta di prova generale della sua autobiografia, che Renato deve assolutamente scrivere. Tutti noi ce la meritiamo”, conclude Coniglio.
Napule’s Power racconta la nascita e lo sviluppo di un movimento musicale profondamente intrecciato con la vita politica e culturale di Napoli. Lungo i decenni, e attraverso i molteplici generi che lo hanno animato, il Napule’s Power ha riportato la musica di Napoli in Italia e nel mondo, proprio mentre la città viveva una sua grande, profonda e definitiva rinascita. Tradizione, cultura, passione e grandi trasformazioni sociali sono i protagonisti di un libro che mette insieme le vicende musicali, i ricordi, gli aneddoti, le analisi del passato, del presente e del futuro di Napoli, della sua grande musica, della tradizione, delle nuove voci. Una storia di difficoltà e di successo, di riscatto e di crescita.
Nel libro intervengono autori, musicisti, studiosi, giornalisti, fotografi e personaggi legati – ognuno a suo modo, ognuno per la propria parte – al grande racconto del “Napule’s Power”: da Renzo Arbore a Giovanni Minoli, da Ezio Zefferi a Giorgio Verdelli, da Lello Savonardo a Carmine Aymone, da Vince Tempera a Giulio Tedeschi, per citarne solo alcuni.
«Il libro è dei musicisti», sottolinea Renato Marengo, «io li ho aggregati, ho reso credibile il movimento alcuni di loro li ho anche prodotti». Protagonisti della storia sono quindi, tra gli altri, la Nuova Compagnia di Canto Popolare, Roberto De Simone, Osanna, James Senese e Napoli Centrale, Alan Sorrenti, Edoardo Bennato, Tony Esposito, Pino Daniele, Tullio De Piscopo, Enzo Gragnaniello, Teresa De Sio, Enzo Avitabile, Lina Sastri, Jenny Sorrenti e i Saint Just, Eugenio Bennato, Carlo D’Angiò, Musicanova, Alberto Pizzo, Ciccio Merolla, 99 Posse, Almamegretta, Clementino, Rocco Hunt, A 67, Tony Cercola.
«Il volume nasce da una sirena leggendaria, la sirena Partenopee, che ammaliava i marinai e ispirava i musicisti», rivela Marengo «e termina con una sirena virtuale che indica il futuro dell’immagine e dei suoni». Perché «il futuro continua a essere in evoluzione».