(di Giorgio Cavagnaro) Rivisto, in uno di questi pigri pomeriggi estivi, un piccolo grande film italiano di tanti anni fa: era il 1987. Da grande fu girato con quattro soldi da Franco Amurri, che ne scrisse la sceneggiatura assieme al mio amico Stefano Sudriè. Gli americani copiarono subito il soggetto, che era una vera bomba, e fecero uscire pochi mesi dopo Big, con Tom Hanks, senza accreditarlo come remake e senza sganciare una lira ai nostri. Tralascio i dettagli sulla lunga vicenda giudiziaria che ne seguì.

Renato Pozzetto, bambino in un goffo corpo da adulto, è strepitoso e gli altri attori lo spalleggiano più che degnamente. Ora che ci penso, diversi di loro li ho frequentati, all’epoca: il povero Giampiero Bianchi, scomparso tragicamente. Giulia Boschi (Giulia, sappi che mi piacevi tantissimo ma ero fidanzato con una tua amica, mannaggia). Alessandro Haber, irresistibile istrione, e Alex Partexano, già ironico e già con pochi capelli in testa.

Franco Amurri, che compare nel film nel ruolo classico del venditore di auto, ci mostra di sfuggita, alla tv in bianco e nero, una stupenda Susan Sarandon: la loro piccola figlia Eva aveva allora nemmeno due anni.

E poi Ottavia Piccolo (scusate se è poco), perfino Ilary Blasi, bambinetta bionda. Il tema musicale, va detto, è di quelli che ti girano in testa per anni.

Insomma, se vi capita, una delizia da rivedere sempre.