Nel segno della ripartenza. È questo il messaggio più importante che arriva dalla 74. edizione del Festival di Cannes. Grandi film, nomi prestigiosi, glamour, impegno: sulla Croisette il cinema ha ripreso il suo cammino. Che non si è mai interrotto del tutto, in realtà. La scorsa edizione, che doveva andare in scena nel momento più caldo dell’emergenza pandemica, dopo l’inevitabile annullamento, ha comunque offerto il suo marchio alle pellicole della Selezione ufficiale, molte delle quali hanno avuto una ribalta speciale in altre manifestazioni, non ultima la Festa del Cinema di Roma dell’ottobre scorso. Qualche titolo, poi, ha tenuto duro e ha atteso la nuova edizione, slittata dal tradizionale mese di maggio a quello di luglio, per rivelarsi. Due film su tutti hanno fatto questa scelta: Tre piani di Nanni Moretti e The French Dispatch di Wes Anderson.
Il tredicesimo, attesissimo lungometraggio del regista di Ecce Bombo sbarca al Festival esattamente vent’anni dopo la Palma d’Oro conquistata dal cineasta romano per lo struggente La stanza del figlio. L’ultima apparizione invece è di sei anni fa con Mia madre. Il film di Moretti è l’unico italiano presente nel Concorso, ma c’è un altro nostro connazionale, anch’egli molto amato, come Nanni, in Francia. Parliamo di Marco Bellocchio, insignito della Palma d’Oro d’Onore, riconoscimento consegnato a fine Festival. Con l’occasione il regista di Bobbio porta con sé Marx può aspettare, documentario che racconta la storia della sua famiglia, presentato come evento speciale in anteprima mondiale.
Non mancano, nelle varie sezioni della kermesse, altri italiani: da Jonas Carpignano con A Chiara al trio di registi Alice Rohrwacher, Pietro Marcello e Francesco Munzi che hanno diretto a sei mani il documentario Futura. Entrambi i titoli sono nella Quinzaine des realisateurs.
Dopo Cannes, poi, i professionisti dell’industria audiovisiva si danno appuntamento a Riccione per la decima edizione di Ciné. Ne parliamo, come sempre, in questo numero speciale, nel quale vi raccontiamo anche cosa sono il Cinevox Cult Club e il Napule’s Power, marchi entrambi in cui c’è lo zampino del nostro direttore Renato Marengo. In chiusura, Isabel Russinova ci racconta la sua carriera, passata, presente e futura.
Luigi Aversa
LEGGI GRATIS