(di Antonella Putignano) “Ma che musica che musica, che musica Carrà, hai trovato la via giusta per la celebrità”.  Così si potrebbe canticchiare per salutare Raffaella Carrà che – ieri – ci ha salutati dopo averci regalato non solo una grande storia di televisione, spettacolo, cinema, musica, ma un patrimonio infinito di ricordi, frasi, canzoni, citazioni, modi di fare che sono entrati, negli anni, nel quotidiano delle persone e nell’immaginario collettivo di tutti.

Chi davanti ad un barattolo di fagioli non si è domandato, almeno una volta: “Quanti saranno?”, richiamando alla mente quel suo celebre Pronto, Raffaella?, il programma diretto da Gianni Boncompagni, in onda su Rai 1.  E non c’è donna che, d’estate, sfoggiando il proprio ombelico, non abbia – in fondo – pensato di dover ringraziare quell’intuizione di una televisione coraggiosa e sperimentatrice che trovava in Raffaella Carrà il volto, la voce e l’interprete perfetta per cantare e ballare un brano come Tuca Tuca: diretta dal regista e coreografo Gino Landi, in Canzonissima 1971, appunto con l’ombelico scoperto. E a chi non è successo, rincontrando, dopo tanto tempo, un parente lontano, o un amico, di esclamare: “Carramba! Che sorpresa”, come il titolo del celebre show condotto dalla presentatrice e soubrette?

Raffaella Pelloni – vero nome della Carrà – comincia la sua carriera debuttando al cinema – giovanissima – con i film Tormento del passato, di Mario Bonnard, e 7 eroiche carogne, di José Luis Merino. Ma è sul set con Frank Sinatra, durante le riprese del film Il colonnello Von Ryan, che il suo nome comincia a girare anche tra i gossip di cronaca rosa. La Carrà, sempre riservata sulla sua vita privata, non ha mai confermato – né smentito – di avere avuto una storia con il cantante, perché, giustamente, la sua vita sentimentale riguardava soltanto lei. Della sua sfera affettiva abbiamo sempre saputo quello che per lei è stato davvero importante e quello che voleva condividere con il suo pubblico: cioè il legame di lavoro e d’amore con il regista e autore Gianni Boncompagni, prima, e il sodalizio artistico e sentimentale con il regista e coreografo Sergio Japino, poi.

La Carrà è stata italianissima, nella nostra televisione e, allo stesso tempo, internazionale “a casa degli altri”, ottenendo grandi successi in Francia, Spagna, Sud America. Grazie, anche, alla sua incredibile musicalità: non soltanto quando cantava, ma anche nel modo di parlare, con quel suo innato senso dello spettacolo e del ritmo nella conduzione.

Negli ultimi anni, “la Raffa” aveva trovato un nuovo impulso creativo e la voglia di mettersi, di nuovo, in gioco con programmi come i talent, aiutata, anche, dal grande successo della sua, già famosissima, canzone A far l’amore comincia tu, remixata da Bob Sinclair, nel 2013, per il film La grande Bellezza di Paolo Sorrentino: la pellicola che ha reso ancora più celebre la popolarissima artista, da sempre icona sexy “bipartisan”.

Ieri, se n’è andata una professionista brava e amata dal pubblico. Un personaggio della nostra cultura popolare, della nostra storia televisiva. La Carrà presentava, cantava e ballava, in televisione, e riusciva, con stile, ad entrare nelle case della gente, davvero; attraverso un linguaggio semplice, con una risata umana e festosa, e con la sua totale dedizione per quello che faceva. Tutto questo la rendeva, “diva” e, allo stesso tempo, vicina alle persone. Proprio come cantava Tiziano Ferro, in un brano del 2006, “e Raffaella canta a casa mia, E Raffaella balla a casa mia, E non mi importa niente, Non può entrare altra gente”. La Carrà è stata di tutti.

 di Antonella Putignano