(di Giulia Anzani Ciliberti) Sabato 26 giugno alle ore 18.00, al Museo Ugo Guidi di Forte dei Marmi (Lucca), s’inaugura la mostra di Antonella Iris De Pascale dal titolo Trasformazioni in viaggio. L’esposizione andrà avanti fino a venerdì 9 luglio.
Una sinfonia di colori e volti surreali, così mi piace descrivere i quadri di Antonella Iris De Pascale, artista eclettica che trova la sua massima espressione nel linguaggio figurativo. Le donne, sempre presenti nei suoi quadri, volteggiano e si fanno ammirare in modo prepotente ma dolce, mentre proteggono chissà quali segreti dietro un mascherone di pirandelliana memoria.
È il caso de La Sevillana, in cui sono presenti quattro donne colorate e sensuali che ballano il flamenco a Siviglia. Osservandone la morfofisiognomica appare evidente come questi volti siano penetranti, spigolosi, che tendono a spiccare nel loro ambiente.
Altro quadro molto interessante della collezione, è Donne con i ventagli. Qui, l’elemento centrale sono proprio i ventagli, che rappresentano la seduzione femminile. Ci sono donne di vario tipo, riunite in piccoli gruppi come a un evento sociale. Nel tripudio di colori ed elementi naturali, spicca il primo piano di un donna grigia che, paradossalmente, proprio per questa sua caratteristica si distingue dalle altre donne presenti sulla tela. Questa misteriosa figura presenta comunque quella che viene detta la “scintilla di vita”, rivelata dal rosso acceso del rossetto.
Fondamentale all’interno della produzione dell’artista De Pascale, è il quadro Tra il danno e la beffa, ricco di metafore e significati nascosti. In questa tela, i colori contrastanti delle ambigue figure vanno ad indicare la pulsione di vita che si oppone alla pulsione di morte, insita in ogni essere umano. L’elemento della maschera è presente e immediatamente riconoscibile in Jolly Joker, oscuro e famosissimo personaggio della cinematografia mondiale, ma anche nelle caricature di stampo felliniano che lo circondano. Queste quattro figure centrali, sono truccate e abbigliate con colori molto forti, che vanno a contrastare con il nero dei loro occhi, come se celassero pensieri estremamente profondi e, probabilmente, malinconici. I protagonisti sono circondati da drappi arabeggianti e donne che volano. Queste ultime sono il segno significante dell’artista, che ne rappresentano l’anima, presente in ogni dove, della sua arte.
A colpire è anche un altro quadro, con un titolo veramente poetico. Si tratta di Ora basta: non si vive se non il tempo che si ama. Qui a primo impatto non si vede altro che un uomo catturato nell’atto di osservare una donna. Uno sguardo più attento rivela l’edera che li circonda, da cui i due sono legati, atta a rappresentare l’amore che li legava. Le piume sono indice di qualcosa che è andato perso: gli uccelli hanno perso quelle piume proprio come i protagonisti hanno perso il loro amore.