Se piovono risate e qualcuno deve metterci un ombrello, e chi chiamerai?” Bill Murray, nei panni del Dottor Venkman, avrebbe risposto “Gli acchiappabattute”. Ma se c’è da mettere insieme, al cinema,  un gruppo di uomini e spingere sul pedale dell’ umorismo; con  dolcezza, originalità e un tocco di psicologia, allora: chiamerai Gabriele Salvatores.

Il 10 Giugno, esce Comedians, l’ultimo lavoro del regista napoletano: un’occasione speciale per riflettere sulla comicità, ma, anche, sulla necessità di ricollocare l’umorismo nel suo posto nobile: come un osservatorio del mondo, uno strumento di indagine. L’urgenza  del racconto che si traduce in una miniatura di spettacolo:  a volte spietata, o  banale. Oppure, suggestiva, surreale. O, commovente. Illuminante. Originale.

Nel film, sei aspiranti comici, dopo un corso di Stand Up comedy serale – tenuto da un insegnante che sprona il gruppo a non accontentarsi della battuta facile e a trovare una comicità personale –  si apprestano ad affrontare il pubblico: in sala, uno  spietato  affarista esaminatore che sceglierà soltanto un comico per un programma televisivo. Il “Maestro” è interpretato da Natalino Balasso: originale e bravissimo autore e attore comico anche nella vita. Nei panni del “procuratore” televisivo c’è Christian De Sica, bravo come sempre. I giovani cabarettisti sono interpretati, in maniera assolutamente convincente,  da Ale e Franz, Vincenzo Zampa, Michele Cacace, Marco Bonadei, Walter Leonardi, Giulio Pranno.

Gabriele Salvatores ha regalato il ruolo chiave del film  alla comicità, tout court: esattamente come una palla al centro campo. Come in quella scena meravigliosa di Mediterraneo, che tutti amiamo. Raccontandoci che le battute non si devono inseguire: la comicità non è solo una strada per il successo, ma una grande opportunità per dialogare con la vita. Una compagnia insostituibile.

di Antonella Putignano