(di Antonella Putignano) “Un vento a trenta gradi sotto zero”. Ma che freddo ha fatto, stamattina, quando abbiamo appreso della morte di Franco Battiato? Una temperatura glaciale come quella descritta, appunto, nella Prospettiva Nevski; il meraviglioso brano contenuto nel disco Patriots, del 1980. La morte del cantautore, infatti, ha raffreddato una giornata di primavera.
L’artista, nato a Jonia, in provincia di Catania, nel 1945, se n’è andato lasciandoci in eredità un repertorio musicale ricchissimo. La personalità artistica di Franco Battiato è sempre stata unica, fuori da ogni convenzione e genere. Un cantautore che ha saputo talmente tanto sperimentare, quasi da superare, ogni volta, persino se stesso; riuscendo ad essere riconoscibile nello stile, ma sempre originale. Le sue melodie ed i suoi testi hanno fatto, certamente, musica, ma anche tanta letteratura. Cinema, pittura, filosofia. Insomma, cultura a tutto tondo.
Sono talmente tanti i brani di Battiato che fanno parte del nostro patrimonio artistico che, quasi, si ha paura di citarne solo alcuni, per non fare torto ad altri ugualmente fondamentali. La canzone più nota, tra le sue più recenti, certamente è La Cura, tratta dall’album L’Imboscata del 1996, scritto insieme all’amico, e filosofo, Manlio Sgalambro. La potenza del testo e l’intensità della musica di questo brano hanno la capacità, anche dopo innumerevoli ascolti, di farsi riscoprire con un messaggio sempre più potente, luminoso: quasi un testamento musicale di vita eterna. Come un quadro fatto di pennellate sempre diverse, a seconda degli stati d’animo. Dei cambiamenti.
E possiamo cantare, e ricantare, di Una vecchia Bretone con un cappello e un ombrello di carta di riso e canna di bambù, come nel testo di Centro di Gravità Permanente, inserita nell’album capolavoro La Voce del Padrone, del 1981, per trovare, dentro di noi, il baricentro: una bussola che resiste, con il suo equilibrio imperfetto, ad ogni aspetto tragicomico dell’esistenza.
Franco Battiato è stato anche un regista apprezzato: tra le sue pellicole, ricordiamo, Perduto Amor, del 2003, e Musikanten, del 2005. Il cantautore ha vissuto anche una breve, ma intensa, parentesi come politico in veste di Assessore al Turismo per la Regione Sicilia, nel 2013. Certamente, le sue doti di promotore culturale e, artistico, si erano fatte già conoscere negli anni ’90; quando, nella Regione Marche, diresse la raffinatissima rassegna musicale Il Violino e la Selce. La Kermesse diretta dall’artista siciliano portò in Italia artisti come Pj Harvey, Bjork, Philip Glass.
Il Direttore del Cinecorriere, Renato Marengo, attraverso un post su Facebook, ha salutato e ricordato il cantautore siciliano scomparso: “Con grande dolore apprendo che ci ha lasciati Franco Battiato. Perdiamo uno dei più grandi artisti del Novecento, uno dei più intelligenti e creativi compositori di musica totale. Io personalmente perdo un amico, un artista col quale sono stato molto in contatto, assieme a un altro grande cervello creativo, Gianni Sassi, e che ha influenzato e arricchito profondamente il mio interesse per le diverse culture musicali tra le quali Franco spaziava con competenza e disinvoltura. Da tempo era sofferente e tutti i suoi più cari amici, tra i quali il mio amico Maurizio Baiata, gli erano molto vicini e speravano sempre che potesse esserci qualche miglioramento. Oggi se ne è andato un vero genio, ciao Franco!”.
di Antonella Putignano