(di Antonella Putignano) Sono ancora molti gli interrogativi sulla morte di Kurt Cobain, avvenuta nel 1994. Come dà notizia il Rolling Stone statunitense, lo scorso 7 aprile il Federal Beaureau ha reso noto il dossier relativo alla scomparsa del musicista: il documento comprende anche le lettere di due persone che invitano a rimettere mano al dossier e a riaprire il caso, ipotizzando che la rockstar possa essere stata assassinata. Il caso, infatti, secondo i fan, è stato chiuso in maniera frettolosa con la parola “suicidio”.
La questione ha riacceso l’interesse di tutti i “fedelissimi” dei Nirvana che, nel corso degli anni, non hanno mai smesso di ascoltare la loro musica, rimpiangendo l’artista scomparso davvero troppo presto. Il documento contiene anche le risposte degli agenti che, a proposito di una possibile riapertura del caso, commentano così: “Affinché l’FBI possa avviare un’indagine su qualsiasi reclamo ricevuto, devono essere presentati atti specifici per indicare che si è verificata una violazione delle leggi federali all’interno della nostra giurisdizione investigativa”. Questa è la risposta che viene data in più di una lettera.
Nella stessa raccolta di documenti c’è, inoltre, una parte preziosa di un fax datato 1997 e inviato all’FBI dalla Cosgrove/MeuerProduction, la società che realizza la serie di documentari chiamata “Unsolved Mysteries”. Una puntata del programma è stata, infatti, dedicata alla scomparsa di Cobain e ai dubbi relativi al suo suicidio. Nel file si legge: “Almeno un investigatore – Tom Grant, un investigatore privato di Los Angeles ed ex vice dello sceriffo di L.A. County – è convinto che la sentenza ufficiale di suicidio sia stata frutto di un giudizio affrettato”.
Le novità legate alla morte del cantante di Nevermind arrivano insieme alla pubblicazione di una galleria di sue nuove immagini, e dopo la messa all’asta di alcune ciocche dei suoi capelli. Il tutto per la gioia di estimatori e collezionisti. Si riaprirà il caso?
Per ora, un circolo vizioso. O, meglio, un “Kurt” circuito.
di Antonella Putignano