“E poi fu come andare in fondo al mare
Finche’ l’applauso fini’
E poi fu come andare in fondo al mare
Finche’ l’applauso svani’”
(di Antonella Putignano) Milva la Rossa è il titolo della canzone scritta per Milva da Enzo Jannacci (con lei nella foto) e che divenne molto più di un brano. Infatti, quella “nota di colore” – che accompagnò la vita artistica e la carriera di una grande protagonista delle scene – divenne il sottotitolo che critica e pubblico usavano per riferirsi alla sua attitudine teatrale, allo stile, alla scelta del repertorio musicale. Alla sua chioma. Al suo temperamento.
E Milva, sul palco, o in studio di registrazione, non lasciava proprio niente al caso: voce, interpretazione. Carattere.
Musa di grandi autori, registi e compositori, come Strehler, Battiato, Berio, Morricone, la “Pantera di Goro” (suo soprannome) ha cantato e interpretato, con rigorosa e autentica passione, capolavori come l’Opera da tre soldi di Brecht, avvicinando il grande pubblico al teatro d’autore.
Prolifica fu la sua attività sul palco così come il lavoro in sala d’incisione: Milva, infatti, è stata tra gli artisti ad aver venduto, e realizzato, il maggior numero di dischi in Italia.
Soltanto la sua incredibile classe, il suo talento, e l’originalità le permisero di misurarsi con la voce e il repertorio musicale della grande cantante francese Edith Piaf, dedicandole un intero album dal titolo Canzoni di Edith Piaf, nel 1970.
Da qualche anno, Milva si era ritirata a vita privata, a causa di una malattia che non le permetteva più di affrontare la vita teatrale e musicale: fu la stessa artista a confidarsi con il suo pubblico in un lungo e commosso messaggio.
A Milano, martedì 27 aprile, con una cerimonia strettamente privata, si sono tenuti i funerali dell’artista. Nel foyer del Piccolo Teatro Strehler è stata allestita la camera ardente.
Tutto il mondo della cultura e dello spettacolo, nelle ultime ore, ha reso omaggio – con un saluto, una dedica, o un ricordo – a una protagonista assoluta. Un’artista che riusciva ad entrare nei testi di quello che cantava con tutto il suo modo di essere, e di vivere l’arte. Con pienezza.
Milva, “Auf wiedersehen”.