È Esterno notte di Marco Bellocchio la produzione audiovisiva sugli anni Settanta in lavorazione a Roma.

Le scritte “La Resistenza ce l’ha insegnato…”, “W Mao”, “Il nostro impegno internazionalista è quello di fare l’Italia comunista”, ecc. ecc. e i manifesti elettorali delle varie fazioni politiche comparsi sulla Panoramica di Roma, la strada che collega il quartiere Balduina-Monte Mario a Piazzale Clodio – dei quali le strade delle città italiane, la Capitale in primis, erano tappezzati cinquant’anni fa – fanno quindi parte della scenografia del set della serie tv diretta dall’ottantunenne regista di Bobbio (Piacenza).

Erroneamente si pensava potesse trattarsi de L’immensità di Emanuele Crialese, film anche questo ambientato nella Roma degli anni ’70.

Gli “anni di piombo”, come è stato definito nelle cronache il decennio ’68-’77, o gli “anni formidabili”, come invece questi sono stati per molti, tornano invece con Esterno notte, serie tv prodotta da Wildside sulla strage di via Fani, sul sequestro e sull’assassinio di Aldo Moro. Sei puntate dirette da Bellocchio che, dopo Buongiorno notte del 2003 (nella foto Roberto Herlitzka nei panni di Aldo Moro) torna sui 55 giorni di prigionia del presidente della Democrazia Cristiana.

Se in Buongiorno, notte, liberamente ispirato al libro del 1998 Il prigioniero, scritto dalla ex brigatista Anna Laura Braghetti, si raccontava “la storia nella cella di Moro, quasi tutto avveniva lì dentro, in Esterno notte siamo fuori, ci sono anche altri protagonisti, Paolo VI, Francesco Cossiga, la moglie di Aldo Moro, i terroristi…”, aveva anticipato Bellocchio in occasione del Premio Siae ricevuto alla Mostra di Venezia. “Quello che sto facendo è il controcampo del campo che era il covo dove era detenuto Moro”. 

Ora non ci resta che attendere la fine della lavorazione della serie, uno sguardo d’autore su una delle pagine più buie della storia italiana del dopoguerra.