Un bagno di gioventù per La Guerra a Cuba. Il film di Renato Giugliano che racconta l’infernale intreccio tra fake news, intolleranza e oscurantismo di provincia, approda al Vittorio Veneto Film Festival. La giuria del concorso è infatti affidata a un folto gruppo di giovani, i ragazzi della IV e V classe della scuola secondaria di primo grado.
Il Vittorio Veneto Film Festival – Festival Internazionale di Cinema per Ragazzi s’impegna da sempre a offrire un percorso educativo attraverso film accuratamente selezionati. Fra questi, La Guerra a Cuba di Renato Giugliano. Integrazione, pregiudizi, fake news: tematiche attuali e conseguenze allarmanti. Il futuro è in mano ai giovani ed è fondamentale che essi sviluppino uno sguardo critico sul mondo che li circonda. L’intenzione del festival è quella di coinvolgere i giovani invitandoli a sviluppare idee e opinioni consapevoli sul mondo.
In La guerra a Cuba la macchina da presa è un occhio che osserva e racconta una realtà sotto gli occhi di tutti, ma nella quale spesso ci perdiamo. Nella società dell’informazione la verità è di pochi. Un quarto potere amplificato dal web che ci fa scivolare di mano ogni certezza rendendoci vittime e carnefici: paradosso di cui siamo complici; conflitti in tutte le sue forme: pistole, fucili, parole come armi. Il tema del conflitto è affrontato nella sua totalità: è sindacale, d’interessi; è guerra, terrorismo; è conflitto politico, tra generazioni, interiore e personale. Un mondo piccolo quello della Valsamoggia, ma un universo di colori, età, lingue, anime, direzioni. Uno zoo di provincia dove le pecore vogliono essere leoni e le bilance non reggono il peso della solitudine.
«Il tema della decima edizione del Vittorio Veneto Film Festival è una ‘una nuova avventura’», spiega il direttore Artistico Giovanni Esposito, «e credo che in quest’ottica La guerra a Cuba centri perfettamente l’argomento, in quanto riflette sull’alterazione della realtà causata dalle fake news, tristemente attuali nel nuovo scenario mondiale che stiamo attraversando. Oggigiorno, nell’era mediatica e informatica, dovremmo vivere con maggior senso di responsabilità questo costante flusso comunicativo che ci rende tutti connessi e allo stesso tempo vulnerabili all’opinione pubblica. Siamo tutti anelli della stessa notizia, evitare di distorcere la realtà non è un diritto ma un dovere. Voglio ringraziare personalmente gli autori del film per aver portato alla luce, con la loro storia di finzione, questo argomento».
«La guerra a Cuba racconta nel piccolo ciò che in ogni cittadina può accadere, dal conflitto di generazione al conflitto tra etnie. Il messaggio da dare ai giovani è: i valori non hanno colore né età», aggiunge il direttore generale Elisa Marchesini.
La guerra a Cuba è diretto da Renato Giugliano e interpretato da Younes El Bouzari, Marco Mussoni, Luigi Monfredini, Elisabetta Cavallotti, Lorenzo Carcasci, Ousman Jamanka, Laura Pizzirani, Antonio De Matteo, Annalisa Salis.
Scritto dallo stesso Giugliano assieme a Mario Mucciarelli e ambientato fra Valsamoggia, Spilamberto e Savignano sul Panaro, va a scandagliare – dall’osservatorio privilegiato della provincia e del piccolo centro – una società che si è sgretolata e i cui cittadini, confusi e smarriti, finiscono sempre di più per diventare vittime di falsi miti, odiatori seriali e fake news. In un mondo infarcito di frustrazioni e in cui sempre di più i media sono succubi dell’ossessione del click e della pubblicità, in un attimo si genera il mostro che, guardacaso, è sempre l’altro, il diverso da noi, il soggetto in minoranza. È questo il gioco malato in cui il rancore che è in noi fomenta il rancore negli altri e viceversa.