(di Renato Marengo) Compositore e trombettista jazz, autore di colonne sonore per il cinema e per importanti serie tv, Massimo Nunzi ha firmato di recente le musiche del film Gli infedeli, con Valerio Mastandrea, Riccardo Scamarcio e Massimiliano Gallo, attualmente disponibile su Netflix.
Caro Massimo, presentati ai lettori di Cinecorriere in poche battute.
«Ho cominciato da ragazzino, suonando la tromba Dixieland. Poi ho avuto la fortuna di incontrare grandi musicisti come Massimo Urbani, Tullio De Piscopo, Chet Baker e su tutto, vista la mia vocazione orchestrale, quelli dell’orchestra della Rai, che all’epoca avevano costruito una band da studio giovanile e mi sono fatto le ossa lì. Il collaborare con musicisti come Oscar Valdambrini e Dino Piana fu importantissimo. Da lì nacque la mia voglia di scrivere per orchestra».
Come hai avuto la commissione del film Gli infedeli di Stefano Mordini?
«Cercavano un compositore che fosse in grado di creare un genere poco usato nel cinema di oggi. E quando mi è stato offerto questo film, l’idea del regista Stefano Mordini era quella di una colonna sonora che si rifacesse ai grandi film a episodi degli anni ’60/’70, musicati da geni assoluti come Piccioni, Trovajoli, Umiliani. Già nel 2011 avevo fatto un lavoro per la Red Bull Music Academy, C’era una volta a Roma, dove avevo trascritto 24 colonne sonore di film dell’epoca. Quindi Mordini ha pensato che io fossi la persona giusta e con la giusta competenza. Stefano mi ha chiesto di scrivere delle canzoni originali, che fossero in grado di ricostruire quel tipo di suono. La canzone originale, My Love My Love My Love, cantata da Walter Ricci con la mia orchestra, rappresenta quel tipo di linguaggio che la faceva da padrone nei film di quegli anni, ma che ancora oggi rappresenta un punto di partenza creativo assolutamente vincente. Per quello che riguarda ovviamente le musiche non applicate ma di repertorio in “stile”».
Come hai approcciato i vari caratteri del film?
«Quando ho cominciato a vedere il girato, ho avuto dei preziosi stimoli dalla narrazione degli episodi. Sicuramente nel tipo di scrittura e nel tipo di film ci sono dei momenti in cui si riprende il filo anche di una certa commedia francese sofisticata, grazie alla presenza eccelsa di Marina Fois ad esempio. Ma Mordini mi ha dato anche modo di usare musiche molto più sperimentali, come nella scena della clinica di riabilitazione dove viene curata Laura Chiatti. O nel magistrale confronto fra Cervi e Mastandrea nel tinello di casa. Poi c’è stato un evento molto toccante che mi ha molto gratificato. Quando stavo registrando in studio, Franco Piersanti, che stava registrando per Moretti, è venuto ad ascoltare le registrazioni e mi ha detto che gli ricordavano le musiche dei film di Lelouch. E questa cosa è stata molto importante per me, vista la stima che provo per questo gigante della musica da film italiana».
Tu hai messo in piedi numerose orchestre, che cosa hai usato come formazione?
«In questo caso ho creato un’orchestra apposta, e abbiamo registrato nei mitici studi della Digital Recording, mettendo insieme molti fra i migliori musicisti romani della nuova generazione, tutti trentenni dotati di grandi qualità musicali, che hanno registrato tutta la musica in pochissimo tempo. Questo è stato reso possibile dal fatto che già lavorano con me su tanti progetti diversi e quindi hanno comunque un suono già testato. Se vai a vedere nel dettaglio ci sono alcune delle punte di diamante del jazz contemporaneo italiano. Ma questi bravissimi performer si prestano molto volentieri a lavorare con me cercando di tirare fuori parti di loro che non hanno mai utilizzato».
Hai scritto anche altre canzoni o soltanto My Love di cui hai parlato prima?
«In realtà ho composto un’altra canzone in francese e un’altra canzone vocalizzata senza testo… Poi ho usato qualunque tipo di formazione, dal gruppo vocale a otto voci fino all’orchestra jazz, o agli archi semplicemente nudi e crudi. È stata una bellissima esperienza. Al regista è piaciuta molto la mia colonna sonora, speriamo piaccia anche al pubblico e alla critica».
Oltre a essere un apprezzato trombettista jazz, Massimo Nunzi è un raffinato autore di musica per orchestra, autore di saggi, direttore artistico e curatore di collane in Italia e in Francia.
Mi fa piacere ricordare qui di seguito alcuni dei suoi principali lavori:
DVD, I Grandi del Jazz, documentario in 12 puntate Massimo Nunzi e Elena Somarè, Repubblica- L’Espresso, 2009.
LIBRO +dvd,Jazz – Istruzioni per l’uso, Massimo Nunzi, Edizioni Laterza, 2008.
“Le Dernier livre de la jungle”, Ente committente -Radio
France France Culture, registrata 01/12/2017 Musiche originali composte da MassimoNunzi, libretto di Yann Apperry, Orchestra Filarmonica e Coro di Radio France.
“Diverso da chi”, film, produzione Cattleya, 2009.
” Un fidanzato per mia moglie”, film, produzione Beppe Caschetto e RAICINEMA,2014
“Where Are You”, produzione National Geographic, 2019.
“Sirene”, serie tv Rai1. Produzione Rai Cinema- Cross production. Con Luca Argentero.