La prima edizione interamente on line del Torino Film Festival, giunto al suo trentottesimo anno di età, ha preso il via venerdì 20 novembre con la proiezione della prima pellicola in concorso, Sin señas particulares. Una storia di frontiera, di dolore e migrazioni, diretta dalla trentanovenne regista messicana Fernanda Valadez (nella foto).
La protagonista è Magdalena, una madre che intraprende un viaggio alla ricerca del figlio, del quale non ha più notizie da quando questo è partito in direzione del confine con gli Stati Uniti, per valicarlo alla ricerca di una vita migliore. Per le autorità il ragazzo è morto e per questo la polizia avrebbe voluto che Magdalena firmasse un certificato di decesso, ma in lei la fiammella della speranza di ritrovare il figlio scomparso non si è mai spenta, così si è messa in marcia per conoscere il destino del suo ragazzo. Viaggiando attraverso un paesaggio desolato e brullo, s’imbatte in Miguel, un giovane che è stato rispedito a casa dagli Stati Uniti e che ora sta tornando sui suoi passi dopo aver tentato l’avventura verso il sogno. Magdalena e Miguel continuano il loro cammino accompagnandosi a vicenda: l’una sulle tracce del figlio, l’altro mosso dal desiderio di riabbracciare sua madre. Lungo il percorso affronteranno la violenza e la disperazione di un Messico profondamente cambiato.
Con un tono asciutto ed essenziale Fernanda Valadez ci racconta una drammatica vicenda privata, ma che potrebbe essere la storia di chiunque in Messico, condivisa da un intero Paese e anche al di fuori di questo. Seppure con un budget ridotto a disposizione, è riuscita a tradurre in creatività le limitazioni di cassa, anche grazie all’affiatamento con il team produttivo, quasi interamente femminile, e alla sintonia (e solidarietà) con i luoghi e (la gente) incontrati lungo le rotte migratorie che dal Messico portano alla frontiera.
SIN SEÑAS PARTICULARES
(Messico, Spagna – 2020 – 97 min)
REGIA Fernanda Valadez CAST Mercedes Hernández, David Illescas, Juan Jesús Varela, Ana Laura Rodríguez, Laura Elena Ibarra, Xicoténcatl Ulloa