Anche Le Donne del Muro Alto che stanno seguendo il percorso di teatro sociale nel carcere romano di Rebibbia, realizzato dall’associazione culturale Per Ananke, fanno sentire la loro voce la riapertura dei teatri. Le attrici della compagnia hanno lanciato un appello a sostegno della mobilitazione di venerdì 30 ottobre per le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo e dei cinema duramente colpiti dall’emergenza Covid.

Il progetto Le Donne del Muro Alto è finanziato da Officine di Teatro Sociale della Regione Lazio, con il contributo liberale della Banca D’Italia e il sostegno dei fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese. Il laboratorio di scrittura drammaturgica e formazione dello spettatore è promosso da LazioEuropa.

La novità di quest’anno è che il percorso non si svolge solo all’interno dell’istituto penitenziario, ma coinvolge anche le attrici con misure alternative alla detenzione, che avevano già frequentato il corso teatrale in carcere, e le ex detenute che hanno fatto parte della compagnia teatrale nata proprio a Rebibbia femminile.

Per il 2020 non sarà possibile mettere in scena gli spettacoli, ma tutto il lavoro svolto sarà racchiuso in due libri, in formato cartaceo e audio, scritti e recitati dalle allieve che hanno partecipato al progetto.

L’Associazione culturale “Per Ananke”

“Per Ananke”, attiva dal 2006 a Roma, e nella provincia a sud della Capitale, si occupa della diffusione della cultura teatrale e artistica con particolare attenzione ai luoghi di disagio sociale. Dal 2010 si occupa di teatro e carcere, in collaborazione con enti pubblici e privati. Dal 2013 è impegnata nella realizzazione di laboratori teatrali nella Casa circondariale di Rebibbia Femminile. La conduzione dei laboratori teatrali e la regia degli spettacoli sono a cura di Francesca Tricarico.