Quest’anno ancora di più che negli anni passati, Alice nella città, manifestazione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma dedicata alle giovani generazioni, non si è fermata. Durante il lockdown, ha dato vita a diverse iniziative speciali che hanno fatto il giro d’Italia e del mondo. Alice ha proiettato i film sulle facciate dei palazzi, da Nord a Sud, ha planato sull’acqua col grande cinema e ora vola sulle nuvole, anzi sulla Nuvola, per la prima volta infatti l’avveniristico edificio di Fuksas apre al cinema. Quella che va in scena negli stessi giorni della Festa, dal 15 al 25 ottobre, è un’edizione straordinaria che non si pone alcun limite, percorre nuove strade e propone nuove possibilità di lettura del mondo contemporaneo, attraverso lo sguardo e le opere che parlano al pubblico giovane.
Sono dodici i film che partecipano al Concorso Young Adult, votati da una giuria composta da quindici ragazzi e ragazze selezionati su tutto il territorio nazionale. I film in programma abbracciano generi e Paesi d’origine diversi. C’è il visionario Gagarine (Francia), opera prima di Fanny Liatard e Jérémy Trouilh. Con il documentario Puntasacra (Italia) Francesca Mazzoleni ci racconta una frontiera dimenticata di Roma. Il documentario di Elizabeth Lo Stray (Usa) accompagna il pubblico in luoghi impossibili sulle tracce di un cane randagio che sopravvive per le strade di Istanbul. In Ibrahim (Francia) di Samir Guesmi un padre e un figlio iniziano lentamente a conoscersi e a capirsi. Ne La vita che verrà (Irlanda/Regno Unito) di Phyllida Lloyd è una madre a costruire da sola un futuro per le proprie figlie. Sono personaggi persi tra finzione e realtà quelli della favola noir Shadows (Italia/Irlanda) di Carlo Lavagna, che torna dietro la cinepresa con una produzione italiana girata in inglese. Felicità (Francia) di Bruno Merle è una commedia vista attraverso gli occhi di una bambina. Un lavoro di scavo sui rapporti familiari è anche quello di Miranda July con Kajillionaire (Usa), commedia dell’assurdo, che parla di abbandono. Rémy Chayé, dopo il successo di Sasha e il Polo Nord, torna col film d’animazione Calamity (Francia/Danimarca), una storia ispirata all’infanzia di Calamity Jane, avventuriera del West. In Slalom (Francia/Belgio) di Charlène Favier lo sport diventa il mezzo per indagare le ambiguità del mondo adulto. In Tigers (Svezia/Italia/Danimarca) di Ronnie Sandahl, il rigore e la disciplina sono ostacolo alla libertà. In Nadia, Butterfly (Canada) di Pascal Plante, infine, emerge la necessità di abbandonare gli obblighi familiari per essere se stessi.