Pubblichiamo un altro estratto dal numero di Cinecorriere del maggio 2016 interamente dedicato a Ennio Morricone, preceduto da una dichiarazione di Franco Bixio, presidente della Cinevox Record, società che negli anni ha pubblicato decine di colonne sonore del Maestro, nonché figlio di Cesare Andrea Bixio (nella foto con Morricone), compositore la cui strada si è intrecciata più volte con quella del grande Ennio.
Franco Bixio: “Aver creato grandi temi che hanno accompagnato le immagini della vita di milioni di persone che continueranno a risuonare nella storia della musica è il dono che Ennio Morricone ci ha offerto e, come nel caso dei grandi geni, l’eredità che lascia a tutte le generazioni future. Noi, come Gruppo Editoriale Bixio, siamo onorati di aver percorso un pezzo di strada insieme al Maestro. Il mio pensiero e il mio abbraccio vanno alla famiglia che ha perso Ennio come uomo, marito e padre prima che come grandissimo artista”.
Ecco l’intervista realizzata dal nostro direttore Renato Marengo per lo Speciale di Cinecorriere del maggio 2016.
(di Renato Marengo) A tu per tu con Franco Bixio, presidente della Cinevox Record, etichetta discografica che ha pubblicato numerose colonne sonore del Maestro. Tra cui, i grandi successi Giù la testa e Metti, una sera cena
La Cinevox Record, l’etichetta discografica italiana specializzata nella produzione di musica da film, ha realizzato molte delle colonne sonore più celebri di Ennio Morricone. Abbiamo chiesto al Presidente Franco Bixio, di raccontarci del rapporto tra Cinevox e il premio Oscar per la musica 2016.
«Io ero un ragazzo di belle speranze, avevo appena 19 anni nel 1969, anno in cui abbiamo editato le musiche del primo film che Ennio Morricone ha realizzato per la nostra azienda. Il film di cui avrebbe dovuto scrivere le musiche era Metti, una sera a cena, regia di Giuseppe Patroni Griffi, pellicola molto particolare perché il tema era un po’ come una sorta di inno alla incomunicabilità e quelli erano proprio gli anni delle grandi lotte e delle grandi frizioni sociali. Il ‘68, come è noto, è stato un periodo importante per l’Italia, pieno di fermenti sociali e mutazioni perfettamente descritti all’interno del film. Occorreva quindi una musica di grande coinvolgimento che sottolineasse ed evidenziasse quelle sensazioni, quei fermenti, quelle turbolenze. Morricone realizzò per noi una delle sue colonne sonore più apprezzate nel mondo del cinema. Da allora, e dopo quel grande successo, col Maestro inizia una proficua collaborazione, soprattutto grazie al rapporto che si crea tra lui e mio fratello Carlo, il quale, dopo che per anni lo aveva fatto mio padre, iniziava a occuparsi dell’azienda editoriale, dedicandosi soprattutto allo sviluppo del settore delle colonne sonore. Ennio Morricone era già senz’altro tra i più apprezzati musicisti di riferimento dell’epoca, un vero e proprio mito della musica da film. Ed è stato proprio mio fratello Carlo a intrattenere con lui quel rapporto che avrebbe portato, con straordinari risultati, alla produzione di parecchie colonne sonore. Voglio aggiungere, a proposito dei miei 19 anni, che proprio in quell’anno avevo cominciato a muovere i miei primi passi come musicista, come compositore di colonne sonore e non c’è dubbio che la figura di Morricone, la sua musica, il suo stile, che erano arrivati lì tra noi, nella nostra azienda, nei nostri studi, mi ha fortemente influenzato e aiutato a crescere professionalmente. Grande punto di riferimento, mitico, inarrivabile, Ennio Morricone comunque in quegli anni era già un personaggio cult per noi giovani, era già molto famoso avendo realizzato grandi colonne sonore, ma soprattutto era un piacere ascoltare la sua capacità di composizione e la capacità di caratterizzare il suo stile armonico. E l’esperienza musicale, la ricerca del Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, di cui abbiamo stampato il primo disco, ne sono testimonianza. Era solo l’inizio».
Dopo quella sua prima colonna sonora ce ne furono tante altre.
Metti, una sera a cena fu uno dei primi grandi successi discografici, vendette tanto sia il 45 giri che il 33. Allora le colonne sonore, che noi stampavamo con l’etichetta Ci- nevox Record, erano molto apprezzate dal pubblico che seguiva con grande attenzione il tema musicale del film e usciva molto spesso dal cinema quasi canticchiandolo o fischiettandolo. Questo veniva tenuto in conto, in qualche modo, nella composizione anche delle colonne sonore stesse perché, al di là della necessità di commento, normalmente si chiedeva ai musicisti un tema ricorrente che potesse essere la cifra stessa del film.
È vero che molti film con la colonna sonora di Morricone si ricordano proprio grazie alla musica?
Sì, è vero. Anche se spesso sono i grandi film che contribuiscono al successo della colonna sonora, Tuttavia, può anche avvenire il contrario. In alcuni casi, infatti, la colonna sonora ha aiutato a far conoscere un film e ha contribuito a decretarne il successo. Successo, che probabilmente il film nel lungo termine avrebbe ottenuto lo stesso, ma che grazie alla colonna sonora è stato certamente anticipato.
Quali altre musiche di successo ha fatto con voi Morricone?
La produzione di Morricone che ci riguarda direttamente come Gruppo Editoriale Bixio è senz’altro quella relativa ai film d’amore, ai film intimisti ma anche alla commedia italiana. Tra questi film La cosa buffa, Così come sei, Il gatto, Il giocattolo. Poi anche film drammatici come Quattro mosche di velluto grigio, L’uccello dalle piume di cristallo, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto. L’unica colonna sonora di film western, anche se atipico, che il Maestro ha realizzato per la nostra edizione è stata quella di Giù la testa di Sergio Leone, del 1971, che fu un successo enorme e l’ellepì della Cinevox vinse il disco d’oro, proprio come Metti, una sera a cena.
C’è un episodio legato al successo di questa colonna sonora?
Paolo Frajese, allora titolare della Domenica Sportiva, utilizzò il tema di Giù la testa, appena uscito nelle sale, quando Gustav Thoeni vinse la sua prima coppa del mondo in slalom parallelo con Stenmark. L’evento, soprattutto grazie alla televisione, divenne famoso in tutto il mondo. La DS sonorizzò la discesa in slow motion di Thoeni con la musica del Maestro. Sicuramente il film di Leone ha contribuito al successo della colonna sonora. Ma è indubbio che questo particolare utilizzo da parte della tv ne ha fatto subito un successo popolare. In quel periodo era frequente che tv e radio suonassero le colonne sonore. Tutto ciò creava un mercato discografico che alimentava anche il successo del film. Le colonne sonore realizzate in quel periodo, in primis quelle di Morricone, godono di longevità. Le musiche, inizialmente composte per un film e ad esso indissolubilmente legate, nel corso degli anni hanno iniziato ad avere una seconda vita. Infatti, ancora oggi vengono spesso suonate in radio e utilizzate in programmi televisivi o spot. Un esempio in questo senso può essere dato dalle musiche composte da Morricone per il film Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri. Il tema principale, Indagine, ancora oggi viene utilizzato in programmi televisivi o servizi giornalistici, in film o documentari con particolare riferimento a storie di delitti e indagini della polizia. Non c’è dubbio che il successo di tali utilizzi sia il risultato di azioni editoriali che un editore musicale normalmente pone in essere per far continuare a vivere le produzioni, ma è anche vero, per esempio, che quel tipo di musica in particolare si presta perfettamente a sottolineare il momento dell’“indagine”.
Morricone è riuscito a realizzare grandissimi temi popolari per film d’autore, drammatici, western e, senza particolari complessi, si è cimentato anche nella realizzazione di musiche per le commedie.
Sì, per le nostre edizioni musicali ha realizzato negli anni Ottanta, ad esempio, le colonne sonore dei film Bianco, Rosso e Verdone e Un sacco bello di Carlo Verdone. Ma voglio ricordare anche un altro film: Il Gatto di Luigi Comencini con Mariangela Melato e Ugo Tognazzi. Una commedia con giallo! In quel particolare caso, Morricone era riuscito con la ricerca orchestrale a dare la sensazione di quello che era il simbolo del film: il gatto. Ascoltando la musica di quella colonna sonora, infatti, sembra quasi di sentire passeggiare un gatto sornione nelle sue pose e movenze feline. E questa è proprio una delle carte vincenti di Morricone: riuscire, senza strumenti elettronici e spesso solo con l’utilizzo di una voce, a creare determinati effetti sonori che danno impronte caratteristiche e originali e che trasmettono perfettamente la sensazione di quello che poi è la scena. Basti pensare all’armonica straziante di C’era una volta il West, suonata dal compianto Franco De Gemini, che ha dato la cifra alla musica di quel film. O, ancora, in Metti, una sera a cena, all’utilizzo della voce di Edda Dell’Orso, protagonista in tantissime colonne sonore sia di Morricone che di altri compositori.
Quanto tempo impiegava Morricone nella realizzazione delle sue colonne sonore?
Prendeva il giusto tempo. Così forse lui ti risponderebbe. Comporre colonne sonore non è una cosa da poco: ci vuole una propria ispirazione al servizio dell’ispirazione stessa che il film ti dà. È molto complesso. Devi entrare nella sensibilità del regista e in quello che le immagini ti comunicano. Devi sentire quello che ti suggerisce il regista ma allo stesso tempo devi esserne svincolato. Ci vuole del tempo per maturare quello che può essere poi scritto magari anche velocemente.
Nei vostri Studi Trafalgar c’è una sala grande con schermo gigante e c’è spazio per l’orchestra. Morricone aveva l’abitudine di guardare le scene e di dirigere l’orchestra?
Morricone non sempre dirigeva in prima persona, a volte si affidava alla direzione di Bruno Nicolai, ma questo proprio per seguire meglio la realizzazione della colonna sonora. Si registrava con l’orchestra schierata in sala mentre, grazie ai proiettori con dispositivi speciali, la scena veniva proiettata in continuazione come fosse un “anello”, fino a che non veniva la versione perfetta. Si realizzava la registrazione vedendo le scene del film in “diretta” e si perpetuava quell’antica alchimia che ha avuto origine nel 1930 con il primo film sonoro italiano. Anche in quel caso eravamo coinvolti, visto che la canzone del primo film sonoro la compose mio padre e la sua storia musicale si è sviluppata molto spesso nell’utilizzare la colonna sonora come trampolino di lancio di moltissime sue canzoni.
Quale era questo film?
Il titolo del film era La canzone dell’amore e la canzone dal titolo omonimo, era quella che “faceva” …Solo per te Lucia va la canzone mia… Quel film è interessante non solo in quanto primo film sonoro, ma perché grazie ad esso lo spettatore scopre come si registravano allora le colonne sonore e come si realizzavano i primi 78 giri. Ho voluto fare questo accenno a mio padre, Cesare Andrea Bixio, perché la sua strada e quella di Morricone si sono intrecciate anche artisticamente, grazie a Giuseppe Patroni Griffi, che nel 1975 realizzò un film dal titolo Divina Creatura con una splendida Laura Antonelli, un fantastico Marcello Mastroianni e un perfetto Terence Stamp. La musica nel film conteneva non solo la colonna di commento realizzata da Morricone ma anche molti brani di mio padre rivisti e riarrangiati dalla matita di un grande orchestratore quale è il Maestro Ennio Morricone.
C’è stata quindi una collaborazione particolare tra l’editore e il musicista.
Fu una cosa molto bella. Parliamo del 1975, quasi al termine della vita di mio padre, un riconoscimento in più alla sua bella e fortunata carriera artistica.
Ennio Morricone nel 2007 ha vinto un Oscar alla carriera che lo ha ripagato di tanti film approdati alla notte degli Oscar e per i quali già avrebbe meritato di vincere.
Credo che lui meritasse di vincere l’Oscar più volte. Sicuramente, e lo dico con certezza perché ne sono innamorato, avrebbe meritato di vincerlo per la colonna sonora di C’era una volta in America, ultimo film di Sergio Leone, tra l’altro compagno di scuola di Morricone. Secondo me rimane uno dei suoi capolavori.
Possiamo dire allora che fu riparatorio da parte di Hollywood quell’Oscar alla carriera?
Beh sì, io credo di sì. Come spesso avviene, l’Oscar alla carriera alla fine si dà quando ci si accorge di aver sbagliato in passato.
E quindi veniamo al secondo Oscar, che lui vince quest’anno con un film di Quentin Tarantino, con un vero e proprio trionfo e un riconoscimento da parte di tutto il mondo del cinema nei confronti di questo grandissimo compositore.
Da parte del mondo intero! Non solo del cinema ma anche del mondo culturale, dei media, delle persone che abbiano gusto artistico e che hanno amato e continuano ad amare le musiche scritte da Ennio Morricone, una grande eccellenza italiana.
Qui di seguito il link ad alcune composizioni del maestro, realizzate per la Cinevox:
Metti una sera a cena: https://open.spotify.com/album/1zUPzH4VyC0Lwt3TvhYYZc?si=xhZd16FUT6ui0Fn4cPApzQ
Giù la testa: https://open.spotify.com/album/7kHiF3io3IyhRRjq6z3ceY?si=NKa_kay9SPm-uxqZLXad-g
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto: https://open.spotify.com/album/3njUqq2Q1CefRUI4VdIh78?si=BQZOHXNaTvuN1YLTWuSOxQ
Bianco rosso e Verdone: https://open.spotify.com/album/1Pbpns4YcuR8dbnVGUKVcA?si=0Ore-9nfQUyUwQHnAoMOzQ
Un sacco bello: https://open.spotify.com/album/5isWeaAuWFxwF0ZSn5kBXo?si=aAjdBWq3RhCKLfTzeDrJcw
Divina creatura: https://open.spotify.com/album/603gxoLuzWqovxUeZAbXii?si=lmAJYP-vREG8nV2PokwVcg