Non era facile tradurre in italiano il titolo di un film come Being There, dello sregolato, geniale Hal Ashby. Oltre il giardino però non è male, una volta tanto. Rende l’idea dell’angoscia serafica di Chauncey Gardiner, o se preferite Chance il giardiniere, catapultato nello sporco mondo reale dopo decenni votati alla cura delle piante. Peter Sellers, idolo transgenerazionale, dà vita a un personaggio che rimarrà impresso a lungo nelle retine di molti divoratori di cinema tra i quali, ovvio, lo scrivente e i suoi sodali: nel 1979 non si faceva altro che rispondere alle domande, imbarazzanti o banali che fossero, con l’imperturbabile frase “Mi rendo conto”, tipica dello scarno lessico del nostro protagonista, antenato del più moderno Forrest Gump. Sapere niente equivale a sapere tutto, formula addirittura oltre la filosofia socratica: non è nemmeno più necessario saperlo, di non sapere.
Il film ha un finale memorabile: il montaggio alterna la svagata camminata di Chance nel verde cupo del cimitero e il discorso del Presidente in memoria di Ben, sua eminenza grigia appena defunta. La “cupola” sta già decidendo il successore di Ben e il prescelto sarà proprio il (forse) manipolabile Chance. “La vita è uno stato mentale”, sta concludendo il Presidente, mentre vediamo Chance intraprendere una tranquilla passeggiata sulle acque dello stagno. Purtroppo questa cinica lezione di potere, che suonava sommamente ironica e surreale nel 1979, è diventata realtà nei giorni nostri. Ma a impersonarla sono personaggi-fantoccio ben più pericolosi e infidi del tenero, candido giardiniere cui, tutto sommato, volentieri affideremmo la gestione della nostra vita.
Sembra quasi incredibile, ma i quarant’anni di vita sono abbondantemente passati anche per una canzone sempreverde come Lady Writer, vero manifesto programmatico dei Dire Straits, band inevitabile per almeno i due decenni a venire. Mark Knopfler da Glasgow inventa letteralmente il gruppo, intorno alla sua chitarra incantatrice, dalla quale estrae suoni e sequenze musicali incredibilmente morbidi, affascinanti e, cosa davvero rara per il rock, originali.
Lady Writer è uno di quei pezzi che non mi stanco mai di sentire, marchiato a fuoco dal padre di tutti gli assoli che seguiranno nel corso di una carriera lunga quanto scevra da eccessi di divismo. I Dire Straits ci racconteranno per molte stagioni situazioni di vita ordinaria, attraverso luna park, locali fumosi o affollate strade londinesi, popolate di persone e dei loro amori spesso infelici ma almeno sublimati dalle note della Schecter Custom Stratocaster di Mark. E perché no, anche dal ritmo discreto della batteria di Pick Withers, drummer originale del gruppo. Pick aveva fatto parte dei Primitives, band celebre in Italia negli anni Sessanta, perciò conosce e ama il nostro Paese. E, ve lo dico in confidenza, è un accanito tifoso della Roma.