Quanti ricordano ancora La Guerra dei Bottoni, piccolo cult francese d’epoca costruito con due soldi dal simpaticissimo Yves Robert? Spero tanti, perché vuol dire che i miei lettori hanno ancora cuore, buon gusto e capacità di commuoversi per le cose semplici. Due bande di ragazzini di campagna decidono di combattere le loro battaglie, anche feroci, con regole chiare e precise. Anzi, la regola è una sola: le sconfitte si pagano in bottoni e il ritorno a casa reggendosi i calzoni è temibile più di ogni altra punizione, causa inevitabili botte buscate in famiglia. La soluzione però c’è, ed è quella di combattere tutti nudi.

Bambini o no, ricordo che all’epoca quest’idea della nudità regalava comunque alla platea popolare un piccolo brivido proibito, e sicuramente fu elemento decisivo per il successo travolgente del film. Ne parlavano tutti, e il passa parola lo trasformò in un piccolo trionfo al botteghino. Portarono perfino me, bambinetto di sette anni, al cinema di Roseto degli Abruzzi dove il film impazzava per la gioia di locali e villeggianti.

Scena indimenticabile, un consiglio di banda per decidere la punizione per un prigioniero. Proposta di un bambino: “Lo chiudiamo in una grotta e ci mettiamo a fare le puzze”. Mitico.

In realtà la pellicola offre, scherzando e ridendo, diversi spunti di riflessione sociologica, a partire dalla guerra tra poveri, sia pure tra eserciti infantili. È sempre attuale, non credete?   

Continuando sul filo dei ricordi struggenti, non posso esimermi dal tirare in ballo Can’t Help Falling in Love, la canzone che, più di ogni altra al mondo, fa venire ancora oggi al sottoscritto, tipo romantico e sensibile checché se ne dica,  il classico groppo in gola. Pezzo di Elvis Presley, prima vera popstar della storia. D’altra parte, chi è stato dopo di lui capace di coniugare amore sacro e profano in modo così spudorato?

La melodia di questa canzone, echeggiante in tutti i dancing del mondo o ascoltata in radio con le limitate capacità di resa degli apparecchi d’epoca, pare risalga addirittura al ‘700. Il testo invece, creato apposta per “The King”, impegnato in uno dei suoi proverbiali musicarelli di ambientazione hawaiana, non è particolarmente ispirato. Ma attenzione: il passaggio che recita “Take my hand, take my whole life too, but I cant help falling in love with you” è letale.

Se siete innamorati o se vivete nel ricordo imperituro di un amore che poteva essere la svolta della vostra vita ma poi tutto è andato a rotoli, se state festeggiando le nozze d’oro o se vivete ricordi struggenti che mai più ritorneranno, sappiate che al risuonar di queste note ghiandole e condotti lacrimali entreranno fatalmente in azione, e il naufragar vi sarà dolce, in questo mare.