Algido come un Hitchcock di quelli algidi, Presunto Innocente si prende il “mio” 1990. Harrison Ford e Greta Scacchi, due belli non banali dello star system hollywoodiano, rendono dura la vita dello spettatore, sballottato tra finali e sottofinali a ripetizione fino alle rivelazioni decisive. Alan J. Pakula, uno specialista del genere, dirige il film con mano ferma, mettendo in scena la complicata vicenda, inventata dallo scrittore-avvocato Scott Turow per uno dei suoi più celebrati bestseller. Più un legal thriller che un giallo, a dire la verità, ambientato nelle brume di Chicago e dintorni, che ci trascina a fare il tifo per Rusty Sabich, un Harrison Ford abilissimo a far trapelare la sottile ambiguità latente che percepiamo costantemente a livello subliminale.
Lui è un viceprocuratore distrettuale, incaricato di venire a capo dell’assassinio della collega-amante Catherine Polhemus, la splendente Greta Scacchi, finendo per diventarne il principale accusato. Non ricordo di essere uscito dal cinema sulle ali dell’emozione, anzi, piuttosto inquieto, quasi provato. Ma non è un punto a sfavore del film: è che richiede l’attenzione che merita, fino in fondo.
Se vi capita di rivederlo in tv, munitevi di una tisana calda e di un bel maglione. Per la compagnia invece, meglio un bel cagnone di un’eventuale moglie. Così, per evitare discussioni.
Emozioni forti invece nel migliore pezzo (secondo me) di una band simbolo degli avari anni Novanta: i raffinatissimi Depeche Mode incidono un album dal nome Violator, in cui spicca il capolavoro di cui sto per parlare. Si chiama Enjoy the Silence, ed è una di quelle canzoni che si possono sentire cento volte consecutive senza stancarsi, lasciandosi cullare dalle suggestioni elettroniche allora molto in voga, qui proposte al top della qualità creativa. Al punto di far crepare d’invidia i rivali Pet Shop Boys, costretti ad ammettere l’exploit di Dave Gahan e compagni.
Difficile inquadrare i Depeche Mode, tra il synth pop inglese degli esordi alla new wave e infine alla dance alternativa. Sempre e comunque fedeli a una vena pop rock verace, mai rinnegata e sempre rispettata in una carriera che, tra mille traversie, prosegue ancora oggi. Se siete nervosi, o agitati per qualche contrarietà ascoltate Enjoy the Silence. Vi farà bene di sicuro.