Con il torinese Carlo Chatrian direttore artistico il 70° Berlin International Film Festival prende il via giovedì 20 febbraio per concludersi domenica 1 marzo. In competizione ci sono due titoli italiani: Favolacce dei fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo, opera seconda, selvaggia e sorprendentemente matura dei due gemelli romani; e Volevo nascondermi (foto: ©Chico De Luigi) di Giorgio Diritti, la storia dell’artista solitario, e rivoluzionario, Antonio Ligabue. Entrambi i film, curiosamente, sono interpretati da Elio Germano, attore universale sempre più proiettato verso una dimensione internazionale. C’è anche un terzo lavoro che batta bandiera tricolore, in condivisione con Germania e Messico, ed è Siberia dell’italo-americano Abel Ferrara.

Il resto del concorso presenta tanti autori emergenti con soltanto tre/quattro registi più noti al grande pubblico. Parliamo del francese Philippe Garrel, presente con The Salt of Tears; il taiwanese Tsai Ming-Liang con Days; la britannica Sally Potter con The Roads Not Taken e il tedesco Christian Petzold con Undine.

A giudicare i titoli in concorso è la giuria internazionale presieduta da Jeremy Irons, in cui figurano, tra gli altri, il nostro Luca Marinelli, la regista palestinese Annemarie Jacir e l’attrice franco-argentina Bérénice Bejo.

L’Orso d’oro alla carriera quest’anno è stato assegnato all’attrice inglese Helen Mirren.

Altri film italiani sono presenti nelle sezioni parallele. In Panorama c’è Semina il vento di Danilo Caputo. Alla Berlin Critics’ Week c’è Faith, il nuovo documentario di Valentina Pedicini. Infine, nella sezione Generation c’è Palazzo di Giustizia, opera prima di Chiara Bellosi.