(di Alfonso Romeo ) In principio fu il maggiordomo, come da copione per qualsiasi romanzo o film giallo. Il genere, ancora più compiutamente denominato whodunit (dall’inglese Who has done it? Chi l’ha fatto?), figura fra i più classici e contemporaneamente fra i più apprezzati. Certo, mai come nel whodunit è facile incappare in errori di scrittura, tecnici o addirittura recitativi che possono rovinare la fragilissima concatenazione di giochi di suspense o di logicità, essenziali affinché lo spettatore non scopra, in termini più diretti, il colpevole già nella prima metà del film. Fortunatamente non è questo il caso di Cena con delitto, titolo italiano per Knives Out, di Rian Johnson, nelle nostre sale partire dal 5 dicembre.

La storia è quella del celebre scrittore di gialli Harlan Thrombey, che viene ritrovato morto nel suo studio, proprio la mattina dopo aver festeggiato l’ottantacinquesimo compleanno. Prontamente, arriva sul luogo del delitto il detective Mr. Blanc, ingaggiato in forma anonima con una busta piena di banconote; l’uomo dovrà far luce sul delitto, scrutando da vicino ogni membro della particolare famiglia. Una nuora influencer e appassionata di yoga, un nipote con simpatie neonaziste, uno che ha da tempo disconosciuto il resto dei parenti, e molti altri ipotetici assassini. Il detective tuttavia presterà una particolare attenzione nei confronti della giovane badante messicana di Thrombey, Marta, la cui particolarità è di vomitare non appena è costretta a dire una bugia. Marta, affiancando Mr. Blanc, lo aiuterà a scoprire la verità.

Con Cena con delitto il regista Rian Johnson sembra riacquistare terreno dopo aver diretto un non fortunatissimo episodio di Star Wars, ovvero Gli ultimi Jedi (2017), con un film che omaggia la penna di Agatha Christie, celebre autrice di una fortunatissima serie di romanzi gialli, pur non prendendo particolarmente spunto da nessuno di essi. Gli elementi riportati sullo schermo sono piuttosto l’atmosfera, la singolarità dei personaggi e il black humor d’ordinanza. In Cena con delitto tutto sembra incastrarsi al meglio: scrittura, montaggio, colonna sonora. Capitolo a parte merita Daniel Craig, che si può inserire, senza esitazioni, in una gamma di attori ben precisa: quelli che proprio non riescono a fare a meno di ammiccare (pesantemente) alla telecamera, con una serie di espressioni e posture, caratteristica piuttosto desueta nel panorama maschile odierno, riesumando quella recitazione divistica e compiaciuta che apparteneva a Tyrone Power o Clark Gable, per avere un’idea. Ebbene, stavolta è proprio grazie a questa cifra che Craig si rivela completamente a proprio agio nei panni del vanesio e pavoneggiante detective Mr. Blanc, con una delle sue interpretazioni migliori di sempre. Per questo e molti altri motivi, Cena con delitto regala due ore piacevolissime, dimostrandosi perfetto per una visione di gruppo, in famiglia o con gli amici.