(di Alfonso Romeo) #AnneFrank – Vite Paralleleè il nuovo film-evento prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital, con la partecipazione di Rai Cinema e la collaborazione dell’Anne Frank Fonds di Basilea e del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa.
Il film, più propriamente un documentario che raccoglie diverse testimonianze di donne sopravvissute alla Shoah, è stato scritto e diretto da Sabina Fedeli e Anna Migotto, e approda nelle sale cinematografiche solo per tre giorni, l’11, il 12 e il 13 novembre.
#AnneFrank – Vite Parallele prende forma partendo dal celebre diario della giovanissima vittima del nazismo, scritto per tre anni nel suo rifugio segreto di Amsterdam, che è stato ricostruito nei minimi dettagli dagli scenografi del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, come set principale del film.
Le parole di Anne Frank prendono vita grazie alla voce del Premio Oscar Helen Mirren, che ha fortemente voluto prender parte al progetto: «Questa è una storia che non dobbiamo mai dimenticare. Stiamo iniziando a perdere la generazione dei testimoni di quanto è successo in Europa in quei terribili giorni. Con le guerre in Siria, Libia, Iraq, con l’immigrazione che sta interessando tutta l’Europa, è così facile puntare il dito su popoli, culture, persone diverse e dire che sono la causa dei nostri problemi».
L’anima del docu-film è proprio quella di ricostruire il passato pensando però al presente ed è in questo che l’intento non diventa più meramente rievocativo, bensì politico, contro il linguaggio dell’odio e della discriminazione, non solo razziale, di cui si fregiano certe forze politiche che stanno acquistando sempre più potere in Europea e non solo. A sottolineare il ruolo contemporaneo di #AnneFrank – Vite Parallele è Martina Gatti, giovane attrice nel ruolo di una ragazza in viaggio per i luoghi dell’Olocausto, con lo smartphone sempre pronto a condividere sui social fotografie e riflessioni. Nel raccontare la vita di Anne Frank vengono incastonate le storie di altre donne, all’epoca dell’orrore poco più che bambine, tra le pochissime testimoni ancora in vita: Helga Weiss, Tatiana e Andra Bucci, Arianna Szorenyi, Sarah Montard, Doris Grozdanovicovà e Fanny Hochbaum. Ed è proprio grazie ai racconti di queste donne, disperati ma incredibilmente forti, che si capisce come i sopravvissuti abbiano trasformato la sofferenza in dignità, ironia, sfida.
Un messaggio fondamentale da trasmettere alle nuove generazioni, evidenziato dalla nascita, in occasione dell’uscita del film, del profilo Instagram @CaraAnneFrank, con cui condividere riflessioni, testimonianze e pensieri sul tema della memoria e della discriminazione.