Regista discontinuo, Ridley Scott. Lo amo appassionatamente quando mi spiattella pellicole come Blade Runner, I duellanti o come il film di oggi: Thelma & Louise. Meno quando dirige poco convinto kolossal tipo Il Gladiatore, ma lo perdoniamo.
La fuga dal mondo maschile, disperata ma febbrilmente allegra, delle due ragazze dell’Arkansas è senza speranza, e lo si capisce subito. Ma la vita è un viaggio, a contare è la sua intensità, non la lunghezza. Questo sembra dirci la meravigliosa follia di Thelma in uno dei finali più emozionanti che macchina da presa abbia saputo concepire. Una Thunderbird blu carica di polvere, una decisione da prendere. “Go”, dice Thelma/Geena Davis all’amica diventata sorella in un giorno Louise/Susan Sarandon. Un bacio disperato, una foto che vola in cielo, un uomo che le insegue inutilmente, un ruggito del motore verso il Grand Canyon. Scott blocca la ripresa in pieno volo, per farcele ricordare così, fiere e allegre per sempre.
La mente torna a Il Sorpasso, a Easy Rider, a Duel, capolavori del passato che aleggiano sul film, regalandogli il loro tocco magico, con una novità sorprendente: stavolta sono due donne a menare la danza, e a pagare (forse) con la vita una vittoria struggente e indimenticabile.
Nel frattempo, sempre in America, deflagrava l’inno della X Generation , ovvero la canzone-manifesto dei Nirvana di Kurt Cobain e Dave Grohl. Il nichilismo che sarebbe poi cresciuto a dismisura nei decenni successivi trova qui la sua radice musicale, figlia del punk ma prosciugato dalle furberie situazioniste. Un riff acido, una voce urticante e via andare. Lo confesso, Smells Like Teen Spirit non mi ha mai convinto pienamente, ma sarà una questione generazionale. Anche la storia del titolo, poi. La sua amichetta Kathleen voleva prenderlo per i fondelli scrivendo sul muro di casa sua che lui, Kurt Cobain, “profumava di Teen Spirit”. Peccato che fosse il nome di un deodorante. Anarchia, punk, ribellione giovanile, rivoluzione grunge che si dissolvono in una nuvola di profumo dozzinale, con l’aggravante del danno al buco nell’ozono.