Martedì 8 ottobre, alle 21.20, Raidue presenta in prima visione Bangla, un film del 2019 scritto, interpretato e diretto dal ventiduenne Phaim Bhuiyan.

Premiato come “Commedia dell’anno” ai Nastri d’argento, Bangla – prodotto da Fandango e Timvision – racconta la storia, in parte autobiografica, di Phaim, giovane di origine bengalese nato in Italia e residente nel quartiere romano di Torpignattara. Le sue giornate si dividono tra la famiglia – composta da un padre sognatore, una madre molto tradizionalista e una sorella prossima al matrimonio con un altro ragazzo bengalese – il lavoro da steward in un museo, gli incontri con l’amico pusher Matteo e la musica, che suona con la sua band “Moon Star Studio” in giro per locali. Ed è proprio durante una di queste serate che Phaim conosce Asia (Carlotta Antonelli), una ragazza romanae se ne innamora.

Cosa vuol dire per un giovane di vent’anni, italiano di seconda generazione e musulmano, vivere in un mondo spesso così lontano dai precetti dell’Islam, soprattutto per quanto riguarda la sfera relazionale e sessuale? Bangla, attraverso una sceneggiatura ironica, ma pungente cerca di raccontarlo, offrendo al pubblico una visione divertente, ma attenta a creare spunti di meditazione e discussione.

Al termine del film, segue, sempre su Raidue, Bangla – Diario di un film, una seconda serata condotta da Andrea Delogu, con la partecipazione del regista e protagonista, Phaim Buyan, e degli altri attori del cast.

Lo spunto parte dal quartiere storico romano di Torpignattara, dove è ambientato il film, per portare all’attenzione del grande pubblico la nuova realtà che riguarda ormai tutte le città italiane: quella di una società multietnica. Una realtà fatta di convivenza e condivisione di spazi, di vita e di sogni tra persone con origini, storie, cultura e tradizioni molto diverse tra loro. Arrivare ad un traguardo di conoscenza e rispetto reciproco, integrazione e inclusione reale non è facile ma è quello che ci si augura, anche attraverso il dibattito in studio. Fondamentale sarà la presenza del pubblico in sala, che interverrà attivamente sugli argomenti del dibattito.

In platea sarà riprodotta una sorta di piccola mappa del quartiere: vecchi romani; stranieri di prima generazione, gelosi delle proprie tradizioni; stranieri di seconda e terza generazione con cittadinanza italiana in bilico tra passato e presente; e i tanti artisti che scelgono di vivere in questo quartiere perché stimolante per il loro lavoro.