Kristian Gianfreda, regista di Solo cose belle, il film uscito nelle sale di tutta Italia lo scorso 9 maggio, è volato in Cina per la 22esima edizione dello Shanghai International Film Festival. Dal 15 al 24 giugno, infatti, sono ventuno i film italiani pronti a raccontare il nostro cinema. Tra questi, appunto, il film made in Emilia Romagna di Gianfreda, ispirato al valore delle diversità, selezionato nella categoria dei “World Debut”.
Con oltre duecentomila euro di incasso in sole cinque settimane di proiezione – il film è tuttora in programmazione e lo sarà fino a settembre, mese in cui è già pianificata un’intensa attività con le scuole – il plauso della critica nostrana e i sold out nelle sale di tutta Italia, ora l’opera prima di Gianfreda ha varcato i confini italiani approdando al Festival di Shanghai. «Un successo strepitoso per un film indipendente che, oltre alla critica, ha ottenuto un grande coinvolgimento soprattutto da parte del pubblico – dice il regista – il film è un antidoto a questo momento storico così saturo di tensioni e contrapposizioni. Ed è stato proprio questo ad attrarre gli spettatori: Solo cose belle, infatti, fa leva sulla bellezza nascosta dentro chi, apparentemente, risulta ‘diverso’ o ‘sbagliato’ e accompagna lo spettatore in una direzione inaspettata, in un mondo ai margini».
Prodotta e distribuita da Coffee Time Film e da Sunset Produzioni e realizzata anche grazie al contributo dell’Emilia Romagna Film Commission, la pellicola ha vinto anche al Calcutta International Cult Film Festival del 2019, ha ottenuto una “Special Mention” all’Indie Fest di maggio 2019 ed è stato selezionato al Brooklyn Film Festival di New York.
In Solo cose belle recitano, accanto ad attori noti del piccolo e grande schermo come Giorgio Borghetti, anche due giovani emergenti, Idamaria Recati e Luigi Navarra, e tanti attori come Carlo Maria Rossi, Barbara Abbondanza, Erica Zambelli, Caterina Gramaglia, Patrizia Bollini, Aaron T. Maccarthy, Federica Pocaterra, Riccardo Trentadue, Marco Brambini e Francesco Fabbri, giovanissimo interprete alla sua prima esperienza. A loro si sono aggiunti anche Marco Berta e Ciccio (Francesco Yang), due ragazzi disabili che vivono in una delle strutture della Comunità Papa Giovanni XXIII – la realtà fondata da Don Oreste Benzi che ha ispirato la pellicola grazie alle sue strutture di accoglienza presenti in tutto il mondo – e che hanno preso parte al film interpretando se stessi.