(di Francesco Ferri) Il trucco è sempre lo stesso: darci la possibilità di comprare sempre più capi illudendoci di essere più ricchi di quel che siamo in realtà. Ma qual è il costo reale che stiamo sborsando per poter acquistare 20 maglie da 4€ al mese?

È il documentario diretto da Andrew Morgan ad aprirci gli occhi. “The True Cost è stato proiettato a Milano dai ragazzi di Resilent GAP, assieme al movimento della #FashionRevolution. Il lungometraggio si concentra sul fenomeno ormai radicalizzato del fast fashion, che prevede decine di cambi di collezione di stagione nelle vetrine delle grandi aziende di abbigliamento con capi alla moda a prezzi stracciati. Il discorso somiglia alla predica di sempre: comprare prodotti cuciti nei Paesi in via di sviluppo promuove lo sfruttamento dei lavoratori. Se questo non dovesse bastare per smuovere le nostre coscienze, le immagini dei danni al pianeta, all’ecosistema e alla nostra gente forse ci faranno cambiare idea. Acque avvelenate che sfociano in fiumi e mari, gas tossici nocivi, fertilizzanti velenosi utilizzati in agricoltura che provocano tumori e malformazioni ad adulti e bambini. Le musiche di Duncan Blickenstaff entrano come macigni sullo schermo e narrano l’orrore dell’egocentrismo e dell’apparenza nostrana.

Il film è un vero e proprio viaggio all’interno delle fabbriche di Bangladesh, Cambogia, India e Cina, dove vengono raccontate le storie di vita di persone la cui individualità vale meno di zero agli occhi delle multinazionali del fashion. Shima, ventitreenne bengalese, viene ripresa durante la sua quotidianità. Descrive il caos di Dhaka, il calore all’interno delle fabbriche, il crollo di Rana Plaza che ha ucciso oltre mille sarte e operai. Le testimonianze narrano di maltrattamenti e percosse che raccontano la schiavitù del nuovo millennio. Le grandi aziende fanno leva sulla debolezza legislativa e sulla poca trasparenza politica di quelle nazioni in cui le differenze sociali si fanno sentire fortemente. Il materialismo crea costi altissimi dal punto di vista della sostenibilità ambientale. Lo barato sale caro (l’economico costa caro): falde acquifere avvelenate, fertilizzanti omicidi, insicurezza sul lavoro, precarietà, corruzione, violenze, soprusi. La promessa del mondo globale con il sistema win-win ha fallito consapevolmente: i consumatori dei Paesi ricchi hanno sì ottenuto la possibilità di acquistare prodotti a basso prezzo e i lavoratori di quelli poveri sono stati sì impiegati, ma la salute di tutti noi è compromessa.

Sia la Cnn che il New York Times hanno già descritto questa pellicola, ma anche i giornali di settore come Elle e Vogue hanno rilanciato lo scandalo. Bisogna fare qualcosa per cambiare le nostre abitudini, il nostro pianeta ce lo sta chiedendo ad alta voce. The True Cost ha l’obiettivo di smuovere le responsabilità non tanto dei produttori, ma quanto quelle di noi consumatori.