Al Teatro Ciak di Roma, dove è stato presentato in anteprima nazionale, è rimasto in cartellone solo due giorni, sabato 23 e domenica 24 febbraio, ma ha fatto il pieno di applausi. Parliamo di Otto donne e un mistero, versione italiana della pièce di Robert Thomas, Huit femmes, tradotta per i nostri palcoscenici da Anna Galiena, che è anche una delle otto attrici della rappresentazione.

Dopo Roma, dove tornerà dal 2 al 14 aprile al Teatro Quirino – Vittorio Gassman, lo spettacolo attraversa in questi giorni l’Italia passando per Porto San Giorgio, Napoli, Torino, Bassano del Grappa, Cittadella, Arzignano, Portogruaro, Conegliano e infine Genova.

La pièce di Thomas è nota al grande pubblico soprattutto per la trasposizione cinematografica di François Ozon del 2002, presentata con successo al Festival di Berlino, dove le otto attrici protagoniste ottennero in blocco l’Orso d’argento per la miglior interpretazione femminile. Queste erano Catherine Deneuve nel ruolo di Gaby; Fanny Ardant in quello di Pierrette; Isabelle Huppert, Augustine; Emmanuelle Beart, Louise; Virginie Ledoyen, Suzon; Danielle Darrieux, Mamy; Ludivine Sagnier, Catherine; e Firmine Richard, Chanel. Insomma, la crème de la crème femminile del cinema francese.

Anche questa versione teatrale italiana diretta da Guglielmo Ferro schiera un cast d’eccezione in cui spiccano i nomi della già citata Anna Galiena (Gaby), Debora Caprioglio (Augustine), Caterina Murino(Pierrette) e Paola Gassman (Mamy). Completano il cast le ottime Antonella Piccolo, Claudia Campagnola, Giulia Fiume e Maria Chiara Di Mitri.

In una casa di montagna transalpina, mentre fuori nevica e le strade sono bloccate, la famiglia dell’imprenditore Marcel si prepara a festeggiare il Natale. La figlia maggiore dell’uomo, Suzon, che studia a Londra, è tornata in Francia per le festività e ad accoglierla trova la nonna Mamy, la madre Gaby, la zia zitella Augustine e la sorella minore Catherine. In casa poi ci sono anche la fedele governante Chanel e una nuova cameriera, la giovane e attraente Louise. L’atmosfera di festa è palpabile ma dura poco, perché quando Louise va a svegliare il padrone di casa per la colazione, scopre con orrore che questi è stato pugnalato alla schiena e giace riverso sul suo letto senza vita e in un lago di sangue. Chi può essere stato? S’interrogano le sette donne. Come è possibile che sia entrato qualcuno, visto che fuori c’è una bufera di neve che impedisce a chicchessia di circolare? L’assassino, o meglio l’assassina, deve per forza essere cercata all’interno delle mura domestiche. Oppure potrebbe venire da fuori, ma non da molto lontano, visto che la sorella di Marcel, Pierrette, da tutti considerata una poco di buono, ha preso casa nei paraggi. Quando questa si fa viva infatti viene subito accusata dalle altre sette di essere l’assassina, perché sempre a corto di soldi avrebbe chiesto denaro al fratello e al rifiuto di questo l’avrebbe pugnalato. Pierrette però non è l’unica ad avere un movente. Anche Gaby, la moglie di Marcel, non ha mai smesso di farsi foraggiare dal marito. Così come la nonna, Mamy, temeva che il genero le rubasse i suoi titoli azionari, nascosti sotto il cuscino, così da utilizzarli per rimettere in sesto la sua azienda in crisi finanziaria. Anche Louise, poi, la cameriera, ha qualcosa da nascondere e così Chanel, la governante, per non parlar di zia Augustine e delle due figlie, l’apparentemente irreprensibile Suzon e la pestifera Catherine. Il mistero è fittissimo e i rancori reciproci vengono a galla, tutte accusano tutte in un crescendo di rivelazioni e confessioni, fino alla sorpresa finale.

Otto donne e un mistero è una commedia gialla dall’ingranaggio perfetto e dal ritmo implacabile. In ogni scena si scopre qualcosa di nuovo, portando lo spettatore a sospettare prima di una poi dell’altra e di un’altra ancora. Il tutto sotto una patina di sottile ironia tipicamente francese, che gioca con leggerezza su temi come la sessualità, la vita e la morte. Al centro resta però la donna, nelle sue diverse sfumature e nelle sue molteplici forme, che qui non sono solo due, tre o quattro, ma addirittura otto.