In occasione della Giornata internazionale in memoria delle vittime dell’Olocausto, il cinema, le reti televisive e anche i teatri si mobilitano con diverse iniziative. Ecco una rapida panoramica.
Nelle sale cinematografiche, già dal 24 gennaio, è possibile vedere I bambini di Rue Saint Maur 209, un documentario in cui Ruth Zylberman è andata a scovare uno dei tanti episodi nascosti tra le pieghe del tragico romanzo della Shoah. All’inizio della seconda guerra mondiale, nel palazzo al civico 209 di rue Saint-Maur a Parigi c’erano circa trecento inquilini. Di questi, cento erano ebrei, cinquantadue dei quali vennero deportati. La regista ha cercato di ricostruire la loro storia. Ha trovato i sopravvissuti nelle periferie di Parigi, a Melbourne, New York e Tel Aviv e li ha riportati a Rue Saint-Maur.
Già in sala anch’esso dal 24 gennaio, L’uomo dal cuore di ferro di Cedric Jimenez ci fa fare un passo ancora più indietro nel tempo, per mostrarci l’ascesa e la caduta di uno dei più spietati gerarchi nazisti, Reinhard Heydrich, soprannominato dal Fuhrer “l’uomo dal cuore di ferro”. Il film, tratto dal romanzo HHhH di Laurent Binet, ci racconta la vera storia del “Macellaio di Praga”, altro soprannome con cui era tristemente noto Heydrich, fino alla celebre operazione Anthropoid, attentato che pose fine alla sua vita nel giugno del 1942.
Esce invece esattamente il 27 gennaio Chi scriverà la nostra storia, Il docufilm di Roberta Grossman sull’archivio segreto del ghetto di Varsavia, prodotto da Nancy Spielberg. Nel novembre del 1940 i nazisti rinchiusero mezzo milione di ebrei nel ghetto di Varsavia. Un gruppo segreto guidato dallo storico Emanuel Ringelblum decise di combattere gli oppressori armato solo di carta e penna.
Dai film in sala a quelli che verranno: in occasione del Giorno della Memoria prendono il via le riprese di un documentario che il prossimo autunno arriverà sugli schermi: la storia di cinque sopravvissute alla Shoah scelte per le attinenze delle loro vite con quella di Anne. Il docufilm, scritto e diretto da Sabina Fedeli e Anna Migotto e prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital in collaborazione con la Anne Frank Fonds Basel, si concentra sulla storia di cinque donne: Sarah, Edith, Helga e le sorelle Tatiana e Andra. Grazie a loro e alle connessioni tra le loro esperienze e quella di Anne – accomunate dalla deportazione, la sofferenza, la negazione dell’infanzia e dell’adolescenza – avremo modo di restituire un desiderio di vita e di giovinezza che fu proprio anche di Anne e che le permise di combatte la paura e di resistere anche nelle condizioni più inumane. Inoltre, ripercorrendo i “luoghi e le geografie” di Anne, avremo modo di conoscerla attraverso alcuni brani significativi, tratti dal diario, entrando nel suo mondo reale e nel suo mondo immaginario: quello dove abita Kitty, nata dalla fantasia di Anne e a cui lei si rivolge scrivendo il suo diario. Kitty stessa è il diario (come scrive la Frank) e, dunque, un mezzo di comunicazione. Kitty si rivolge al mondo esterno e cerca di capire quale potrebbe essere l’antidoto contro ogni forma di razzismo, facendoci riscoprire l’assoluta contemporaneità del messaggio di Anne come strumento per decifrare il mondo attuale.
Anne Frank (1929-1945) ricevette il diario rosso e bianco da suo padre per il suo tredicesimo compleanno, il 12 giugno 1942. Il suo ultimo testo è stato scritto il 1° agosto 1944, tre giorni prima dell’arresto avvenuto nell’«Alloggio segreto», sito nello stabile di Prinsengracht 263. Miep Gies e Bep Voskuij trovarono i diari di Anne Frank dopo che la famiglia era stata deportata. Miep li conservò nella speranza che un giorno sarebbe stata in grado di restituirli ad Anne. Quando, dopo la guerra, scoprì che Anne era morta in campo di concentramento, Miep consegnò i quaderni al padre, Otto Frank, unico sopravvissuto della famiglia che decise così di esaudire il desiderio della figlia, pubblicandone il diario col titolo che Anne avrebbe voluto dargli: “Het Achterhuis”, l’alloggio segreto.
Anche le reti televisive celebrano il Giorno della Memoria. Raiuno il 23 gennaio scorso ha trasmesso con un buon riscontro di pubblico il docufilm Figli del destino di Francesco Miccichè e Marco Spagnoli, con le storie di quattro bambini italiani ebrei – Liliana Segre, Lia Levi, Tullio Foà e Guido Cava – vittime dell’orrore e della vergogna delle leggi razziali. Un racconto della memoria, intrecciato con le emozionanti interviste dei quattro protagonisti, oggi.
Raidue ha dedicato tutta la settimana alla Memoria con la proiezione in seconda serata di alcuni film sull’argomento. Tra questi The Eichmann Show – Il processo del secolo di Paul Andrew Williams in prima visione tv.
Mediaset celebra la Giornata della Memoria martedì 29 gennaio trasmettendo su Canale 5, a pochi mesi dall’uscita nei cinema, Hitler contro Picasso e gli altri, regia di Claudio Poli. Toni Servillo conduce lo spettatore in un viaggio indietro nel tempo: a partire dal 1937, quando il regime nazista mise al bando la cosiddetta “arte degenerata”, disprezzandola e deridendola in una mostra itinerante, per esaltare “l’arte germanica e ariana” nella Grande Esposizione di Monaco. Iniziò così la Shoah dell’Arte, una razzia di quadri e sculture dai musei dei territori occupati dal regime, dai luoghi di culto e dalle case private dei collezionisti, in gran parte di origine ebraica. Circa cinque milioni di pezzi trafugati dai nazisti in tutta Europa.
Oltre a Hitler contro Picasso e gli altri, in ricordo delle vittime dell’Olocausto il palinsesto Mediaset ha proposto sabato 26 gennaio, in seconda serata, su Canale 5, lo speciale Tg5 Cittadino Onorario, con Piero Terracina e Sami Modiano. Domenica 27, dalle 21.20 su Retequattro, presenta il film Il bambino nella valigia e, a seguire, Defiance – I giorni del coraggio. Sempre il 27 gennaio, in prima e seconda serata su Focus (canale 35 del digitale terrestre) vengono trasmessi il docufilm La vera storia di Anna Frank e il documentario in prima visione assoluta A German Life: la segretaria di Goebbels.
C’è anche History per il Giorno della memoria. Il canale 407 di Sky propone una programmazione speciale a partire dalle 14.20 con una serie di documentari che raccontano le pagine più nere della Seconda guerra mondiale. Il clou alle 21.50 con Sachsenhausen. Le due facce di un camp, che analizza la struttura e lo sviluppo del campo di concentramento che fu tra il 1936 ed il 1945 un lager nazista e dal 1945 al 1950 un campo speciale sovietico. Il documentario, diretto da Mary Mirka Milo, spiega la rigorosa organizzazione dello spazio, la mostruosa “razionalità” che sosteneva ogni aspetto della vita quotidiana, gli schemi ferrei entro i quali i reclusi dovevano muoversi. Concepito, pianificato e costruito dagli architetti delle SS come campo modello in base ad un concetto ideale di ciò che doveva essere un campo di concentramento, fu il luogo dove, tra il 1936 e il 1945 furono imprigionate più di duecentomila persone, di ventidue Paesi diversi. Tra le migliaia di vittime, il figlio maggiore di Stalin, rinchiuso nel lager per volere di Hitler.
Infine il teatro. Al Palladium di Roma le celebrazioni per il Giorno della Memoria continuano lunedì 28 gennaio con Dall’alba al tramonto: una lettura collettiva, integrale e continuativa del libro Se questo è un uomo di Primo Levi. L’evento è organizzato dalla Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili, dall’Università degli studi di Roma Tre e dal Centro Culturale Primo Levi, con il patrocinio della Camera dei Deputati e del Municipio Roma VIII.
Dalle 9.00 alle 17.00 si alterneranno sul palco studenti, docenti, cittadini, esponenti della cultura e della società civile. Tra i partecipanti, oltre al Magnifico Rettore dell’Università degli Studi Roma Tre, prof. Luca Pietromarchi; lo scrittore Premio Strega Edoardo Albinati; il presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick; Ilaria Cucchi; Aldo Zargani, testimone superstite dell’olocausto; l’attore Fausto Sciarappa; il Direttore Generale di Banca Etica Alessandro Messina e il musicista Garfo.
L’evento è gratuito e aperto al pubblico che, in qualsiasi momento della giornata, potrà recarsi al Teatro Palladium per ascoltare la lettura o partecipare in prima persona, inserendo il proprio nome nella scaletta dei contributi.
“La memoria è un bene prezioso da condividere, costruire e rinnovare insieme in ogni occasione. Per questo abbiamo deciso di organizzare una lettura continuata e integrale di Se questo è un uomo. L’esperienza che racconta Primo Levi in quest’opera, la sua esperienza, è una storia di tutti e di tutte le generazioni: dagli studenti ai professori, dai più giovani ai più anziani. Chiunque quel giorno voglia leggere una pagina dell’opera di Primo Levi lo potrà fare, dall’alba al tramonto, perché quella tragica storia non sia dimenticata” ha dichiarato Patrizio Gonnella, presidente della Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili.
“Chiedersi perché è successo, porre le basi perché non accada più. Con la lettura integrale e continuativa di Se questo è un uomo di Primo Levi, l’Università Roma Tre intende dare il suo contributo per non dimenticare il passato, per non essere condannati a ripeterlo, sensibilizzando i più giovani. Una riflessione collettiva sul valore di quella testimonianza per contribuire a formare, insieme alle scuole, un sapere critico nelle nuove generazioni, dai bambini delle scuole elementari sino ai ragazzi dell’Università, uniti, insieme ai loro docenti, in un’insolita maratona di lettura” ha commentato il professore Marco Ruotolo, Prorettore con delega per i rapporti con scuole, società e istituzioni dell’Università Roma Tre.
“L’iniziativa Dall’alba al tramonto è stata realizzata per la prima volta dal Centro culturale Primo Levi a Genova nel 2012 proprio con la lettura del libro di Primo Levi Se questo è un uomo in occasione del Giorno della Memoria. L’idea è molto semplice, ma efficace. La lettura a voce alta in pubblico in un ambiente che aiuta la concentrazione aiuta a sentire il testo coinvolgendo il lettore e gli ascoltatori in una relazione. Gli ascoltatori che diventano via via lettori partecipano ad un’azione collettiva che assume forma liturgica. Un modo per ricordare non solo con la mente, ma anche con il cuore. Dall’Alba al tramonto si è tenuta oltre che a Genova a Pistoia per iniziativa del Comune. Siamo molto lieti, quest’anno, dell’invito che ci ha rivolto CILD e l’Università degli studi Roma Tre per una sua realizzazione nella città in cui è presente la più grande e antica Comunità ebraica italiana.
Siamo certi che sarà un’occasione importante e significativa anche per una prevista e grande partecipazione giovanile” ha dichiarato Piero Dello Strologo, presidente del Centro culturale Primo Levi di Genova.