Le Giornate degli Autori che si svolgono nel quadro della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dal 29 agosto all’8 settembre, quest’anno tagliano il traguardo della quindicesima edizione.
Una sezione giovane rispetto alle settantacinque primavere (estati forse sarebbe più corretto) del festival principale, ma comunque “una realtà vivace e feconda che porta con sé il coraggio della creatività, le voci di autori da tutto il mondo, un modello indipendente e diverso di interpretare l’idea stessa del Festival”, come recita il comunicato di presentazione della rassegna di quest’anno.
Il programma prevede la proiezione degli undici film in concorso; una serie di eventi speciali tra cui un omaggio al Leone d’oro Alexander Kluge, Happy Lamento in prima mondiale; il premio Siae per un autore italiano (Mario Martone); il premio del pubblico assegnato dagli spettatori; il premio delle Giornate realizzato con il sostegno del Parlamento Europeo con la giovanissima giuria presieduta quest’anno da un regista italiano, Jonas Carpignano; e un riconoscimento al cinema al femminile.
A questo proposito, le Giornate degli Autori numero 15 sono caratterizzate da una massiccia presenza di donne: la metà dei film, sei su dodici, è firmata da autrici e in tutti i film i personaggi femminili giocano un ruolo fondamentale.
Anche il numero delle nazioni rappresentate, che supera le quindici unità, è corposo e conferma che le Giornate sono in grado di spaziare nelle cinematografie di tutto il pianeta.
Il cinema italiano è presente con un film in concorso, Ricordi? di Valerio Mieli, una lunga storia d’amore raccontata attraverso i ricordi, interpretata da Luca Marinelli e Stella Caridi, e un evento speciale, Il bene mio di Pippo Mezzapesa (di cui parliamo più diffusamente nel box qui accanto). Solo due titoli tricolori, pochi rispetto alla folta rappresentanza della passata edizione, ma ci sono molte altre finestre italiane aperte sul programma, di formati diversi – per la prima volta c’è più di un cortometraggio – e con un’attenzione particolare al documentario.
Per il resto, la selezione di quest’anno è piena di vitalità e qualità, ed è stata operata fra le mille pellicole visionate giunte quest’anno a Venezia. L’annata è anche ricca di talenti, sia affermati che giovani o esordienti.
L’apertura delle Giornate degli Autori XV è stata affidata a un grande maestro, a un cineasta importante del calibro del cambogiano Rithy Panh, che ha fatto della memoria e del pensiero sul passato la chiave per leggere il presente. Il suo film s’intitola Les tombeaux sans noms.
Per la chiusura, invece, è stata scelta una commedia belga-canadese in prima mondiale, Emma Peeters di Nicole Palo, rispettando così la tradizione delle Giornate che hanno sempre aperto le loro porte ai generi, all’intrattenimento intelligente e provocatorio.
Le opere prime non mancano nel programma e ancor più numerose sono le opere seconde, ma la ricerca non ha privilegiato soltanto questo aspetto bensì il coraggio e il rinnovamento, come dimostra il bellissimo, nuovo film di Joachim Lafosse, un moderno western al femminile, significativo fin dal titolo, Continuer.