Chissà se anche quest’anno i titoli della Selezione ufficiale presenti alla 75ª Mostra di Venezia li leggeremo fra i candidati agli Oscar. Sì, perché negli ultimi anni, diversi film sfilati al Lido hanno poi fatto incetta di statuette. Solo nelle ultime tre edizioni altrettante pellicole presentate in anteprima sulla Laguna hanno poi avuto la loro notte di gloria sul palcoscenico del Dolby Theatre di Los Angeles.
Nel 2016, Il caso Spotlight, presentato fuori concorso alla 72ª edizione della Mostra, è stato premiato come miglior film e miglior sceneggiatura originale. L’anno dopo, La La Land, apertura in anteprima della 73ª Mostra, dove Emma Stone ha vinto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile, ha ricevuto ben 14 candidature ai Premi Oscar 2017, eguagliando il record di film come Eva contro Eva e Titanic, aggiudicandosi poi 6 statuette (Miglior regista a Damien Chazelle, Miglior attrice protagonista, Miglior fotografia, Miglior scenografia, Migliore colonna sonora e Migliore canzone originale a City Of Stars). Quest’anno, infine, La forma dell’acqua – The Shape of Water di Guillermo del Toro – regista che torna a Venezia in qualità di Presidente della giuria dopo aver vinto il Leone d’oro al miglior film nel 2017 – si è aggiudicato quattro Premi Oscar su tredici candidature ricevute, vincendo il premio per il miglior film, il miglior regista, la migliore scenografia e la migliore colonna sonora
Sarà un caso, ma sicuramente va dato merito ad Alberto Barbera di aver avuto fiuto nel selezionare i titoli del Festival. Del resto, il Direttore Artistico ormai dal 2011 della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è un intellettuale attento a tutto ciò che gli succede intorno, nel passato, nel presente e nel futuro. Come spiega lui stesso nella presentazione di questa nuova edizione della manifestazione facendo sue le parole del fisico teorico Carlo Rovelli e adattandole allo specifico cinematografico: “Si può pensare il mondo (il cinema) come costituito di cose. Di sostanza. Di enti. Di qualcosa che è. Che permane. Oppure pensare che il mondo (il cinema) sia costituito di eventi. Di accadimenti. Di processi. Di qualcosa che succede. Che non dura, che è continuo trasformarsi”. Per arrivare alla conclusione, non certo definitiva ma adatta alla suggestione del momento, che il cinema è “un insieme di eventi, di processi, è il modo che ci permette di meglio coglierlo, comprenderlo, descriverlo”.
Alla luce di questa lunga premessa, è anche quest’anno un titolo hollywoodiano in odore di statuetta ad aprire, questa volta in concorso, la 75ª edizione della Mostra. Si tratta di First Man di Damien Chazelle, il regista di La La Land, film dedicato al primo uomo ad aver messo piede sulla Luna, ovvero Neil Armstrong, interpretato da quel Ryan Gosling che già aveva lavorato con Chazelle proprio in La La Land. A completare il trio magico di quella fortunata pellicola, ma come protagonista di un altro film, è Emma Stone, interprete princpale di The Favourite, diretto dal sempre più interessante Yorgos Lanthimos. Il regista greco è uno dei tanti nomi di spicco che leggiamo scorrendo la lista dei film. Già noti al pubblico, amati dalla critica e pluripremiati nel mondo, fra gli autori in concorso ci sono i francesi Olivier Assayas con Doubles vie e Jacques Audiard con The Sisters Brothers, gli statunitensi Ethan e Joel Coen con The Ballad of Buster Scruggs, il messicano Alfonso Cuarón con Roma, i britannici Paul Greengrass con 22 July e Mike Leigh con Peterloo, l’ungherese Laszlo Nemes con Sunset, il tedesco Florian Henckel Von Donnersmarck con Opera senza autore e l’americano Julian Schnabel con At Eternity’s Gate.
Fuori concorso, invece, l’attesa è tutta per A Star Is Born, terzo remake, diretto da Bradley Cooper, di È nata una stella, film del 1937 di William A. Wellman. Accanto allo stesso Cooper, nel ruolo già stato di Janet Gaynor, Judy Garland e Barbra Streisand c’è la stella del pop Lady Gaga.
Da non perdere anche i due film di Amos Gitai, A Tramway in Jerusalem e A Letter to a Friend in Gaza, e il ritratto dell’ex presidente uruguaiano Mujica, El Pepe, una vida suprema, firmato da Emir Kusturica.