Per il secondo anno consecutivo, alla Mostra di Venezia non c’è una madrina, ma un “madrino” (o padrino, per chi preferisce). Dopo Alessandro Borghi, padrone di casa della passata edizione, quest’anno ad aprire le danze della 75. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica sarà Michele Riondino.

Il giovane attore pugliese, interprete di cinema e fiction, noto al grande pubblico soprattutto per la sua interpretazione de Il giovane Montalbano nell’omonima serie tv, sarà sul palco della Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido nella serata di mercoledì 29 agosto per la cerimonia di inaugurazione e presenterà l’evento di chiusura di sabato 8 settembre, in occasione del quale saranno resi noti i Leoni 2018 e gli altri premi ufficiali della 75. Mostra.

Il collega che l’ha preceduto in questo ruolo, Alessandro Borghi, è presente anche quest’anno in laguna, ma in veste di interprete. L’attore romano, che sta finendo di girare la seconda stagione di Suburra – la serie per Netflix, torna al Lido come protagonista dell’attesissimo Sulla mia pelle, titolo targato Netflix che racconta gli ultimi sette giorni di vita di Stefano Cucchi. Il film apre la rassegna Orizzonti, nella quale nei giorni successivi si vedranno Un giorno all’improvviso di Ciro D’Emilio; La profezia dell’armadillo di Emanuele Scaringi, che porta sullo schermo il bestseller a fumetti di Zerocalcare, e i cortometraggi Ninfe di Isabella Torre e Blu di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti.

Anche nella competizione principale e fra gli eventi speciali fuori concorso ci sono tanti titoli battenti bandiera tricolore.

I tre film in Concorso quest’anno sono Suspiria, libero rifacimento del film di Dario Argento diretto da Luca Guadagnino; Capri-Revolution, un ritratto ad opera di Mario Martone della singolare comunità di artisti e pensatori nordeuropei che popolava la splendida isola campana nel 1914, alla vigilia dei grandi sommovimenti mondiali; e infine What You Gonna Do When the World’s on Fire? (Che fare quando il mondo è in fiamme?), riflessione sul razzismo in America di Roberto Minervini, già regista dell’interessante docufiction Louisiana, presentata a Cannes tre anni fa.

Una storia senza nome di Roberto Andò, con Micaela Ramazzotti, è un film sul cinema e sull’arte presentato nella Selezione ufficiale ma Fuori concorso.

Così come sono fuori dalla competizione I villeggianti (Les estivants), coproduzione italo-francese diretta da Valeria Bruni Tedeschi; le proiezioni speciali de L’amica geniale di Saverio Costanzo, audace trasposizione del romanzo della misteriosa Elena Ferrante; Il diario di Angela – Noi due cineasti, commosso ricordo dell’outsider del nostro cinema Angela Ricci Lucchi da parte del compagno e amico Yervant Gianikian, architetto e regista meranese di origine armena; e i documentari Isis, Tomorrow. The Lost Souls of Mosul di Francesca Mannocchi e Alessio Romenzi; e 1938 diversi di Giorgio Treves.

Ma non finisce qui. Tra Sconfini, Venice Virtual Reality e Biennale College il movimento cinematografico italiano prova ancora a dire la sua.