Non è la prima volta che Rai Cinema sbarca in un festival internazionale con diversi film al seguito. Basti pensare all’ultima edizione della Mostra di Venezia, dove i titoli presentati – tra pellicole di finzione, documentari e cortometraggi – erano ben ventidue.
Al Festival di Cannes numero 71, che si apre martedì 8 maggio e si concluderà sabato 19, le produzioni targate Rai Cinema sono sensibilmente di meno, ma le due scelte per il concorso principale – Dogman di Matteo Garrone e Lazzaro felice di Alice Rohrwacher – e quella presente nella sezione parallela alla selezione ufficiale, Un certain regard – Euforia di Valeria Golino – sono opere di qualità e di grande appeal. Non solo le opere ma anche gli autori.
Matteo Garrone, che porta sulla Croisette Dogman, è un regista molto apprezzato da queste parti. Le sue apparizioni a Cannes sono state quasi sempre premiate, oltre che dai consensi del pubblico e della critica, anche dai giurati. Sia nel 2008, quando presentò Gomorra, sia nel 2012, anno della partecipazione al Festival con Reality, il regista romano si è aggiudicato il Grand Prix Speciale della Giuria, premio assegnato al film che mostra maggiore originalità o spirito di ricerca.
Curiosamente, dopo di lui, lo stesso riconoscimento è andato proprio ad Alice Rohrwacher nel 2014 per Le meraviglie. E prima di loro, per capire appieno il valore di questo premio, il secondo più importante della manifestazione dopo la Palma d’oro, ci piace ricordare che ottennero il Grand Prix giganti del cinema italiano come Elio Petri (Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, 1970), Pier Paolo Pasolini (Il fiore delle Mille e una notte, 1974), Marco Ferreri (Ciao maschio, 1978), Paolo e Vittorio Taviani (La notte di San Lorenzo, 1982), Giuseppe Tornatore (Nuovo Cinema Paradiso, 1989), Gianni Amelio (Il ladro di bambini, 1992), Roberto Benigni (La vita è bella, 1998).
Dogman, Lazzaro felice ed Euforia sono «tre film molto diversi, ognuno con uno stile assolutamente personale e definito – spiega Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema – firmati da tre autori che sono molto cari al Festival di Cannes. Di cui – e mi fa particolarmente piacere sottolinearlo – due registe donne. Dogman è un film di una forza straordinaria. Il cinema di Matteo Garrone continua a essere una sorpresa, anche per noi che lo conosciamo e amiamo profondamente, la sua potenza visiva e narrativa si rinnova ogni volta e ogni volta acquista maggior vigore. Mentre lo sguardo di Alice Rohrwacher, insuperabile nel tratteggio delle emozioni e delle storie tra adolescenti e non solo, si rivolge ancora una volta al mondo rurale e alle sue relazioni segrete con una intensità sempre più matura. Così come Valeria Golino riesce ad andare in profondità nel racconto dei rapporti personali e a far vivere intensamente i suoi personaggi sempre al servizio di storie forti e ben scritte. Tre modi totalmente diversi di fare cinema, tre personalità forti, tre bellissimi film italiani in gara con i cineasti più grandi del mondo. A loro i nostri migliori complimenti». E anche i nostri, naturalmente.